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LA DISCESA DEGLI ANGELI

Nonostante la ricostruzione del mondo neonato procedesse, con la collaborazione di tutti i Nuovi Popoli e dei Draghi, gli dei iniziarono presto a soffrire del loro forzato allontanamento dal mondo.
Essi erano ancora in grado di comunicare con coloro che si erano presi l'incarico di portare le loro parole nel mondo, ma questi contatti erano limitati e non assomigliavano a quelli avvenuti nella Prima Era.
Fu dalla nascita degli Exadar che essi vennero ispirati a trovare un modo per avere degli intermediari più diretti tra loro ed i Nuovi Popoli. Se gli Exadar avevano potuto spogliarsi del loro potere divino, mantenendone solo una frazione, e convivere con i Nuovi Popoli, doveva essere possibile dare vita a delle creature che, pur senza legarsi alla materia, possedessero solo una piccola parte del potere degli dei, non abbastanza da recare danno alle popolazioni del mondo neonato che fossero venute in contatto con essi, ma al tempo stesso sufficiente da permettere loro un contatto diretto con gli dei.
Così questi esseri vennero creati, e vennero chiamati angeli. E gli angeli di ognuno degli dei furono diversi da quelli di ogni altro, poiché essi erano un emanazione del potere di quel dio.
Nacquero così angeli di luce e di tenebra, angeli di fuoco e d'acqua, angeli di terra e d'aria ed altri angeli ancora. E gli angeli scesero sul mondo neonato come messaggeri degli dei, e tramite essi gli dei poterono nuovamente comunicare con i mortali.
Anche Lorathh, che pure non aveva mai perso i contatti con le poche creature che abitavano nel suo regno sotterraneo, decise di creare i propri angeli, e gli angeli di Lorathh nacquero con la forma di donne le cui teste erano ragni dai molti occhi e dalle molte zampe, e le cui vesti erano tessute da fini ragnatele, morbide come seta.
Solo Tar non creò alcun angelo.
Come gli Exadar, gli angeli erano creature di pura energia, ma se gli Exadar avevano deciso di unirsi alla materia per vivere tra i mortali, gli angeli furono creati per poter viaggiare tra il mondo neonato ed il Nulla, dimora degli dei, e pertanto non fu dato loro un corpo di materia.
Tuttavia, alcuni degli angeli discesi sul mondo neonato ne furono a tal punto affascinati che desiderarono restarvi, ed ogni volta che essi dovevano tornare nel Nulla era per loro sempre più difficile distaccarsi dal mondo dei mortali.
Fu così che alla fine alcuni degli angeli non fecero ritorno, e gli dei inviarono nel mondo Thaigham perché li riportasse al Nulla.
Egli incontrò molti angeli e ordinò loro di ritornare al Nulla. Ed alcuni di tali angeli, per rispetto o per timore, gli obbedirono e fecero ritorno. Ed alcuni di essi gli resistettero e furono obbligati a tornare con la forza. Ed altri ancora combatterono e furono distrutti. Ma un gruppo di angeli gli chiese semplicemente il permesso di poter restare, e Thaigham non seppe cosa fare. Era stato mandato a riportare indietro gli angeli, e con ognuno di essi si era comportato come era giusto fare, ma questi angeli non stavano lottando né resistendo, stavano solo chiedendo di essere liberi, e questo era qualcosa a cui non era preparato.
Tale fu la forza del suo dubbio che egli perse consistenza e si scisse in due diverse entità.
Una di esse avrebbe voluto che gli angeli seguissero gli ordini dei loro creatori, volenti o nolenti, ed essa prese il nome di Tirgh.
L'altra riteneva che gli angeli avessero il diritto di essere liberi e che neppure gli dei avrebbero dovuto imporre ad essi la loro volontà, ed essa prese il nome di Themnoc.
Incapaci di raggiungere un accordo, Tirgh e Themnoc condussero gli angeli di fronte agli altri dei, perché fossero loro a prendere una decisione. Ed essi decisero che ogni angelo avrebbe avuto il diritto di perorare la sua causa di fronte al dio che lo aveva creato, perché questi potesse decidere del suo destino.
Molti tra gli angeli ebbero paura di chiedere la libertà, e così rimasero nel Nulla.
Molti la chiesero, ma i loro dei ritennero che la loro richiesta non doveva essere accolta, e così essi rimasero nel nulla.
Ma alcuni degli angeli di Silvana, eteree creature simili a donne dalla pelle verde chiaro come l'erba dei prati e dai capelli simili a foglie, dissero alla dea che ritenevano di poter essere utili al mondo neonato abitando sulla sua superficie e prendendosi cura degli alberi e della vegetazione. Così Silvana diede loro il permesso di restare nel mondo, ed esse divennero parte della materia e della vegetazione, e presero il nome di Driadi, o andarono ad abitare nel profondo dei laghi e dei fiumi che davano nutrimento agli alberi, e presero il nome di Ondine.


Prosegue con: Il Prigioniero Eterno

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