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I PRIMI POPOLI
La scissione di Seftos non rimase priva di conseguenze né tra gli dei né nel mondo neonato.
Il riequilibrarsi delle forze primordiali creò un nuovo ordine ed un nuovo caos, e portò alla nascita di nuove essenze che, invisibili perfino agli dei stessi, rimasero a gravitare intorno al mondo neonato, forse in attesa che qualcosa desse loro motivo di esistere.
Allo stesso tempo, l'evento richiamò altri dei, formatisi in universi lontani, che giunsero presso il mondo neonato porgendo i loro omaggi alle nuove divinità e schierandosi tra i sostenitori dell'equilibrio. Essi erano Ilmarinen, Kryenor e Shurem.
Ma i principali sconvolgimenti avvennero nel mondo neonato. Le forze che erano state liberate plasmarono la materia in una nuova forma che fino ad allora non era esistita. Ognuna di esse creò una nuova vita e diede inizio all'esistenza di quelli che sarebbero stati noti come i Primi Popoli.
Dall'aria e dalle correnti la forza della Legge diede vita a due esseri imponenti e luminosi che diedero a sé stessi il nome di Eldarim.
Dalla roccia e dai fiumi del sottosuolo il Caos creò una forma rozza e contorta, scura come la notte, che prese il nome di Morak.
Dagli alberi e dalle piante l'Equilibrio forgiò due creature di umile aspetto e precise proporzioni, a cui fu dato il nome di Inoi.
Gli Eldarim, pur fatti di materia, apparivano quasi eterei e sembravano elevarsi al di sopra del mondo neonato, quasi altrettanto vicini agli dei che alla terra che li aveva generati. Essi avevano una carnagione chiara e quasi trasparente, corpi esili, glabri e flessuosi, e capelli lisci e luminosi come seta. Erano alti quasi al punto di poter toccare il cielo che aveva dato loro la vita, e da essi irradiava un'aura di tale bellezza che una delle nuove essenze ne fu affascinata ed assunse una forma simile a loro, divenendo Belia.
Essi forgiarono legami di amicizia con i draghi metallici e vissero in pace con essi, cercando solo di godere della bellezza e della purezza del mondo neonato.
Ben presto però, essi si resero conto di non essere identici come inizialmente avrebbe potuto sembrare, e capirono di appartenere ad una stessa razza ma ad un sesso diverso. Spinti da un istinto che solo in seguito sarebbero riusciti a comprendere, essi si unirono, e dalla loro unione nacquero altri Eldarim, maggiormente legati alla materia ma per il resto simili in tutto ai loro genitori.
Affascinati dal loro esempio, Asteros e Luan si unirono per una notte in quella che fu la prima eclissi di luna che il mondo neonato avesse mai visto, e questo loro atto diede la vita ad Oriman, suggellando il legame tra loro così come quello tra i primi Eldarim.
Più piccoli e meno aggraziati, gli Inoi vivevano a più stretto contatto con la terra e la vegetazione. Come gli Eldarim essi appartenevano a due sessi diversi, ma contrariamente agli Eldarim essi erano maggiormente consci della loro differenza, tanto per questa quanto per altre ragioni.
Gli Inoi infatti non erano identici tra loro. Colui che in tempi successivi sarebbe stato definito maschio aveva una struttura più robusta che ricordava i tronchi degli alberi da cui era nato, aveva braccia forti e pelle spessa, capelli ricci e neri come il crepuscolo. Colei che sarebbe stata definita femmina era più esile e ricordava le piante flessuose e robuste allo stesso tempo che l'avevano generata. Aveva forme più delicate, anche se non come quelle degli Eldarim, pelle levigata e morbida e capelli lisci e scintillanti di riflessi dorati.
Essi guadagnarono la fiducia dei draghi delle gemme e collaborarono con loro per proteggere ed aiutare la natura del mondo neonato.
Come gli Eldarim prima di loro, anche gli Inoi si unirono per dare vita alla loro stirpe, ma essi lo fecero con una maggiore consapevolezza di ciò che andava fatto, sapendo che dal loro atto il mondo neonato avrebbe tratto giovamento. Quello stesso giorno il sole si eclissò per la prima volta nella storia del mondo neonato, e da questa nuova unione di Asteros e Luan nacque Tessan.
E i figli degli Inoi furono simili ai loro genitori, ma diversi da essi nel colore degli occhi e dei capelli, nella costituzione e nei lineamenti.
Ignorato e sconosciuto agli Eldarim ed agli Inoi, il Morak soggiornava nel sottosuolo e nei boschi più fitti, dove la luce non poteva raggiungerlo. Esso non aveva una forma definita, era rozzo, gobbo e deforme. La sua carne era nera come l'oscurità, i suoi occhi brillavano come fiamme, i suoi arti erano diseguali e lo portavano a muoversi con passi che erano ognuno diverso dal precedente. Esso conobbe i draghi cromatici e ne fu ugualmente attratto e respinto, talvolta trascorrendo del tempo con loro, talvolta combattendoli per il cibo o solo per poter restare in solitudine.
Col tempo il Morak iniziò a detestare la propria vita. Esso era solo, non aveva una compagna e neppure aveva un proprio sesso come invece era per gli altri popoli. La compagnia dei draghi non era sufficiente a farlo sentire meno solo, così esso tentò di avvicinarsi agli altri popoli.
Ma quando gli Eldarim lo videro provarono orrore e lo scacciarono, intimandogli di non mostrarsi mai più alla loro presenza.
E quando gli Inoi lo videro ne furono spaventati e fuggirono lontano, per timore che volesse fare loro del male.
Così il Morak tornò nel suo mondo oscuro, ma Lorathh ebbe pietà di lui e decise che la sua solitudine sarebbe terminata. Così da esso nacquero altri Morak, ognuno dei quali era completamente diverso da tutti gli altri.
Dal Nulla, gli dei assistettero alla nascita della nuova vita sul mondo neonato, e decisero che esso avrebbe dovuto avere delle regole. Così essi crearono Algor, Physis e Gaussiania perché dessero vita a tali regole e si occupassero di guidare i Primi Popoli verso il loro futuro.
Prosegue con: Il Risveglio dei Demoni
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