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GLI DEI DELLA TERRA E I PRIMI DRAGHI
L'energia di Liynooran penetrò il mondo neonato e lo risvegliò alla vita. Prima ancora che l'uovo si schiudesse, ciò che era stata la madre dei draghi e il potere che i Secondogeniti avevano posto nel creare il guscio intorno al suo uovo si miscelarono, dando origine a coloro che sarebbero stati conosciuti come gli Dei della Terra.
Dalla luce irradiata da Asteros nacque Laitan e dall'oscurità del firmamento sorse Tenebria.
Dal cielo e dalle nubi Alvea e Davnel.
Dai venti freddi del gelido nord nacque Wingiloth.
Dall'arida terra baciata dalle prime piogge sorse Silvana, e quando ella vide il mondo in cui era nata capì che esso era ancora senza vita e che gli dei da soli non gliene avrebbero mai data, perciò Silvana pianse e dove le sue lacrime toccarono il suolo lì nacquero le prime piante, che presto si diffusero dovunque il mondo permetteva loro di esistere.
Nel sottosuolo, nei cupi anfratti tra le rocce dove la luce di Asteros non poteva giungere, prese vita Lorathh, e fu la prima tra gli dei ad assumere una forma, quella di un immensa massa nera costellata di fiochi bagliori rossastri e dotata di migliaia di tentacoli con i quali poteva raggiungere ogni cosa nel sottosuolo.
Seftos assisté alla nascita degli Dei della Terra e quando essi furono sorti si rivolse a loro. Egli disse loro che erano nati dalla madre dei draghi e dai figli di Adera che essa aveva generato, e dalla luce di Asteros che era parte di Seftos stesso, e pertanto erano vincolati alla promessa di non distruggere mai il mondo neonato, ma anzi di proteggerlo e sorvegliarlo fintantoché l'uovo al suo interno non si fosse schiuso. E gli Dei della Terra udirono ed accettarono il loro ruolo, ma Lorathh, nel profondo sottosuolo, non fu vista e non udì nulla, e non fece alcuna promessa, e indisturbata continuò ad estendersi ovunque poteva, come una fitta tela di oscurità.
Giuse infine il giorno in cui l'uovo di Liynooran si schiuse, e la terra del mondo neonato si aprì per far uscire i suoi piccoli. Essi erano quattro, e vennero chiamati i Primi Draghi.
Il primo sorse nell'arido deserto e la luce di Asteros lo avvolse e pose su di esso tutti i colori che era possibile concepire, ed egli venne chiamato Iride.
Il secondo sorse dalle colline, e la luce di Asteros lo inondò e ne venne riflessa lasciandolo bianco e brillante come argento puro, ed egli venne chiamato Platino.
Il terzo emerse dalla roccia più dura, e la luce di Asteros lo attraversò rifrangendosi in mille riflessi, e rese il suo corpo luminoso e trasparente, ed egli venne chiamato Diamante.
Ma il quarto, il quarto non vide mai la luce. Egli scelse di uscire dal guscio passando attraverso il sottosuolo che era patria di Lorathh, e nella sua rete nera rimase imprigionato senza potersi liberare. E la sua pelle rimase scura e priva di colore mentre egli era bloccato nel corpo della dea.
Come Liynooran aveva viaggiato nel multiverso per lasciare le proprie uova, così i suoi figli viaggiarono nel mondo neonato e deposero le proprie uova, dando origine alla stirpe dei draghi.
Iride depose un uovo in un vulcano e da esso nacque il primo drago rosso. Ne depose uno in una palude e da esso nacque il primo drago nero. Ne depose uno nella prima foresta creata da Silvana, e da esso nacque il primo drago verde. Ne depose uno tra i ghiacci del gelido nord, e da esso nacque il primo drago bianco. Ne depose uno negli abissi del mare, e da esso nacque il primo drago marino. Ne depose uno tra le nubi che circondavano le più alte montagne e da esso nacque il primo drago delle nubi. Ne depose infine tre nel deserto in cui era nato e da esso nacquero i primi draghi giallo, blu e marrone.
E quando vide che la sua prole viveva, decise che il suo lavoro era compiuto e, come già aveva fatto sua madre, si allontanò seguendo la luce di Asteros verso un luogo dove lasciarsi morire. Ma subito prima di abbandonare la vita, egli depose un ultimo uovo e da esso nacque il primo drago purpureo.
Diamante depose le sue uova ovunque ne vide deposte dagli altri, e da esse nacquero i draghi d'ametista, corallo e cristallo, quelli di pietra, rubino, smeraldo e topazio, i draghi di zaffiro e quelli perlati. E, come Iride, anch'egli vide che il suo lavoro era compiuto e non avendo altro da fare si lasciò morire.
Platino depose le sue uova nelle caverne e sui monti, e da esse nacquero i draghi d'acciaio, d'argento e di bronzo, quelli di mercurio, oro, ottone e rame. Ma una volta che essi furono nati, egli decise che il mondo neonato gli piaceva troppo per lasciarlo, così si mescolò a loro e tra loro continuò a vivere, unico tra i Primi Draghi, e diede vita alla sua stessa stirpe.
Ma il quarto, il quarto drago non poteva deporre le proprie uova se non nel sottosuolo, a metà tra il mondo neonato ed il corpo di Lorathh che esisteva in esso ed altrove al tempo stesso, essendosi esteso non solo negli anfratti del mondo stesso ma anche in quelli dell'universo.
Ed una delle sue uova rimase nei meandri della terra, e da essa nacque il primo drago degli abissi.
Ed una delle sue uova scivolò in un luogo di mezzo dove tutto era immerso in un eterno crepuscolo, e da essa nacque il primo drago d'ombra.
Ed una delle sue uova fu imprigionata tra i ghiacci della terra, e da essa nacque il primo drago perduto.
Ed una delle sue uova finì in un luogo di nebbia perenne, e da essa nacque il primo drago delle nebbie.
Ed una delle sue uova andò oltre la nebbia, in un mondo di spiriti che gli dei ancora non conoscevano, e da essa nacque il primo drago fatato.
E prima ancora di vedere schiuse le sue uova, il quarto drago morì, senza che nessuno avesse mai potuto vederlo o dargli un nome. Nessuno eccetto Lorathh, che lo guardò morire e lo chiamò Notte.
Prosegue con: Gli Dei Giovani
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