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LA SECONDA GUERRA DEI DRAGHI

Non era trascorso molto tempo dal cambiamento quando i Dai-Mon decisero che era giunto il momento di scatenare un nuovo conflitto e porre fine al dominio degli dei in via definitiva.
Già una volta essi avevano tentato di riportare in guerra i draghi, ma il loro tentativo era fallito poiché questi si erano rifiutati di dare ascolto alle loro parole.
I Dai-Mon, tuttavia, sapevano che i draghi erano creature potenti ed orgogliose, e che agendo nel modo giusto sarebbero riusciti a fare in modo di far insorgere nuovi motivi di scontro tra loro.
Sapendo come, tra tutti, i cromatici fossero i draghi più propensi alla lotta ed allo spargimento di sangue, essi instillarono in loro il primo seme della nuova guerra.
Assumendo essi stessi l'aspetto di altri draghi, iniziarono a compiere razzie nelle terre dei draghi rossi, blu e verdi, sterminando intere famiglie, distruggendo cuccioli e uova, e facendo in modo che la colpa dei loro misfatti ricadesse sui vicini clan di draghi metallici e gemmati.
Ben presto, i già impetuosi cromatici decisero di contrattaccare, sferrando a loro volta sanguinosi attacchi contro i loro presunti avversari, senza dare loro alcuna possibilità di capire cosa stesse realmente accadendo.
Trovandosi sotto attacco, gli altri draghi non poterono far altro che difendersi, e alcuni tra essi, che già sopportavano a stento l'esistenza dei cromatici, non esitarono a contrattaccare.
La seconda guerra dei draghi iniziò così rapidamente da non dare il tempo neppure ai draghi stessi di rendersene conto.
I Dai-Mon si spinsero fino a cercare di coinvolgere nel conflitto le razze più schive e riservate, ottenendo di farvi partecipare anche i draghi delle nebbie, delle nubi e d'ombra. Solo gli abissali, che riuscivano a vedere oltre i loro inganni, compresero subito quello che stava accadendo, ma non si curarono di provare ad informare i loro simili, della cui sorte, in realtà, non importava loro affatto.

Ogni angolo del mondo fu ben presto sconvolto dalla guerra, e nessun luogo fu più sicuro. Sebbene le altre razze del mondo neonato non fossero direttamente coinvolte, esse non poterono sfuggire alla violenza ed alla distruzione che le circondavano. Interi regni venivano completamente rasi al suolo nel corso di una singola battaglia tra le maestose creature. Città un tempo fiorenti scomparivano nel nulla, e non vi era niente che dei o mortali potessero fare per porre fine a quanto stava accadendo.

Nel corso del conflitto, alcuni clan di draghi meno inclini alla pura e semplice distruzione strinsero patti ed alleanze con altre razze per creare delle zone franche in cui fosse possibile trovare rifugio dalla violenza della guerra.
In una di queste, che sarebbe poi divenuta nota come la nazione di Dar, nacque una forte e stabile alleanza tra i draghi porpora e gli umani, che sarebbe poi giunta pressoché inalterata fino alla quarta era. Uomini e draghi lottarono assieme non nella guerra ma contro di essa, per impedire che la devastazione raggiungesse il cuore delle loro terre e delle loro vite. Per i molti che morirono in questo tentativo, molti di più furono quelli che vissero grazie al loro sacrificio.
Tutto questo fu però ben poca cosa di fronte alle dimensioni del conflitto, che minacciava di inghiottire l'intero mondo neonato in una spirale di morte e di violenza dalla quale nulla avrebbe potuto farlo riemergere.

Gli dei non poterono far altro che osservare quanto stava accadendo, non avendo più il potere di fermarlo come avrebbero potuto fare un tempo.
Essi inviarono gli angeli a tentare di placare gli animi dei draghi e fermare la guerra, ma i loro messaggeri non giunsero mai a destinazione. I Dai-Mon stessi li fermarono, impedendo loro di compiere ciò per cui erano stati mandati nel mondo, distruggendoli quando potevano e ricacciandoli indietro quando non riuscivano a far terminare la loro esistenza.
Nulla poterono gli dei per impedirlo, poiché avevano privato loro stessi della capacità di agire nel mondo materiale, di cui in qualche modo i demoni facevano parte.
Alcuni di essi si manifestarono ai draghi che maggiormente riponevano fede in loro, chiedendo di porre fine alla guerra, di ricordare quanto era accaduto in passato e restaurare la pace prima che fosse troppo tardi, ma per molte ragioni i loro sforzi furono vani.
Nessuno dei draghi di questa generazione aveva vissuto la prima guerra dei draghi che tanto male aveva causato al mondo. Nessuno di essi era vecchio a sufficienza da ricordarla, o anche solo da averne sentito parlare, e per quanta fede riponessero negli dei, non sarebbero rimasti a guardare mentre altri draghi tentavano di sterminarli, non mentre gli dei stessi erano incapaci di intervenire per loro stessa colpa ed ammissione.
Al tempo stesso, alcuni tra gli dei godevano di quanto accadeva. Dei quali Eades e Moriana, il cui potere giungeva dal dolore e dalla morte così come dalla fede, spinsero i loro fedeli a non fermarsi, a continuare la lotta finché non fosse stata vinta. Neppure a loro avrebbe giovato la completa distruzione di quanto era stato creato, ma finché fosse stato possibile essi avrebbero alimentato l'odio piuttosto che placarlo, e soffiato sulle fiamme dell'ira per mantenerle vive finché non avessero pienamente adempiuto al loro scopo.

Anni interi trascorsero senza che la guerra sembrasse voler giungere alla fine, e nuovamente il mondo provò il terrore e l'angoscia che la prima guerra dei draghi già aveva causato.
Le poche nazioni che avevano potuto sfuggire alla devastazione erano meta di un numero sempre crescente di profughi, gente in fuga dalla morte che regnava ovunque, e che spesso non poteva trovare rifugio in alcun luogo poiché non vi era un luogo che potesse contenerla. E le stesse zone verso cui essi cercavano di recarsi erano sempre di meno, poiché il conflitto non rispettava idee né confini, e inevitabilmente anche chi tentava di mantenersi neutrale si ritrovava prima o poi costretto a scegliere da che parte stare, o ad essere schiacciato tra due forze contrapposte che niente al mondo era in grado di arrestare o anche solo rallentare.
E più il tempo passava, più la fede dei mortali negli dei si indeboliva, rendendoli sempre meno in grado di intervenire. Difficile era per chiunque credere nell'aiuto delle divinità quando esse non potevano fare niente per fermare la follia che si era impadronita del mondo.

Una nuova era stava iniziando per il mondo neonato, e si prospettava come un'era di morte.


Prosegue con: L'Esilio dei Demoni

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