Komics Club Fantasy Game Newsletter -=-=-=-=-=-=- OTTOBRE 2002 -=-=-=-=-=-=- INTRO Avete mai sentito l'espressione "Come passa il tempo?" Ebbene, oggi ho una ragione di più per utilizzarla visto che è trascorso già un anno dal ptimo "numero" della nostra Newsletter, che ha iniziato ad esistere esattamente nell'Ottobre del 2001. Questo "anniversario" lo festeggiamo indirettamente con l'inizio di un corposo aggiornamento del sito e con un'altra piccola novità che avrei voluto potervi annunciare già adesso ma che per cause di forza maggiore slitta al (e spero non oltre il) mese prossimo. -=-=-=-=-=-=- Aggiornamenti Sito -=-=-=-=-=-=- > Aggiornamenti della sezione "Il Mondo" http://www.gioco.net/fantasy/kcfg/mondo.htm - Sono state messe online le BIO delle liste 3, 6 e 7 - Aggiunta una sezione relativa alle lingue di Anthuar - Aggiunto un paragrafo sulle fasi lunari nella sezione del Tempo > Aggiornamenti vari - Aggiunta una sezione dedicata agli Avatar e ai Semidei, accessibile dalla pagina principale del sito - Effettuate alcune correzioni "stilistiche" agli incantesimi delle streghe - Corretta un'imprecisione relativa ai vampiri viventi che risultavano essere immuni alle armi normali (mentre in realtà non lo sono) http://www.gioco.net/fantasy/kcfg/razze4.htm - Aggiunti i "titoli" dei Maghi Specialisti per le varie scuole. Ora un mago specializzato ha un titolo che lo contraddistingue per rendere l'identificazione più semplice. Ad esempio un "mago specializzato nella scuola dell'illusione" si definirà più rapidamente "Mago Illusionista". http://www.gioco.net/fantasy/kcfg/scuole.htm -=-=-=-=-=-=- MAIL DEL MESE -=-=-=-=-=-=- Questo mese due mail a pari merito. [KCFG6] 179 Lorenzo/Nalèth 100902/01 Fu così che di prima mattina l'intera Croce di Sventura fu pronta. Erano in dieci più il loro capo Calawin, nome fittizio di Nalèth lo Scambiato. Erano armati sì con buone armi, ma protetti alla leggera. Elemento indispensabile dato che loro puntavano tutto sulla loro velocità d'azione e rapidità. Hann era il capitano in seconda della Croce di Sventura, portava una sciabola che recava delle rune incise sulla lama. Esse erano simbolo della discendenza dell'uomo, egli proveniva da un popolo guerriero che abitava i ghiacci perenni nel nord di Anthuar. Ora probabilmente era rimasto l'unico a testimoniare il suo popolo, era stato completamente annientato da un clan locale di Draghi Bianchi. Hann era fuggito con un gruppo di sopravvissuti, ma essi erano deceduti per un motivo e per l'altro durante il viaggio. Così giunse nell'Eesinoth, e gli dei vollero che il suo destino si incrociò con quello della Croce di Sventura e successivamente con quello di Nalèth lo Scambiato. Ora gli undici uomini camminavano, Calawin in testa ad essi mentre gli altri, a coppie, seguivano il loro capitano. Alla retroguardia stavano Hann e Targar. Hann era un uomo dalla folta barba rossa e da capelli del medesimo colore, i suoi occhi invece erano blu, come il ghiaccio che ormai ricopriva il ricordo della sua patria. L'uomo del nord osservò gli altri nove compagni, ormai era come se fossero fratelli. Viaggiavano insieme da oltre cinque anni, a loro si era unito Calawin e per Hann egli fu subito un buon amico. La morte di Jayl, il precedente capo, rattristò tutti ma non servì a demoralizzare quel gruppo di fuorilegge che acclamò Nalèth loro capitano. Hann osservò l'uomo che camminava accanto a lui, era Targar. Lui si era unito alla Croce di Sventura dopo l'epidemia che impeseverò il suo villaggio: Clarvil. Targar aveva visto morire la moglie e i due figlioletti, distrutto dalla tristezza abbandonò il villaggio e si ritrovò a vagare per le foreste fino a quando non aveva incontrato la Croce di Sventura. Era un uomo completamente calvo, la barba tagliata impeccabilmente e dagli occhi neri. La calvizia lo rendeva più veccia anche se in realtà Targar non aveva più di quarant'anni. Davanti a loro stavano due giovani uomini, uno di essi era Alantar. Si era unito al gruppo quando ancora era un ragazzino proveniva dalla città di Elderstone. I suoi genitori, ricchi mercanti della città, lo avevano indirizzato alla via della magia ma Alantar trovava più soddisfazione nella scherma. Scappò di casa quando aveva diciassette anni, e dopo pochi mesi si unì alla Croce di Sventura. Ora aveva diciannove anni, portava dei capelli molto lunghi fino alle spalle castani e aveva gli occhi del medesimo colore. Sotto le direttive di Hann, Alantar era divenuto un bravo spadaccino, per l'uomo del nord il ragazzo era come un fratello minore. Accanto ad Alantar stava un uomo molto più maturo. I capelli corti grigi e la barba incolta del medesimo colore facevano capire che si doveva trattare di un uomo alle soglie dell'anzianità. Era infatti egli Paldar, aveva quasi cinquant'anni, un tempo era stato il capo del suo villaggio: Sawlan. Poi però esso fu distrutto da una calamità naturale, una piena del fiume che attraversava il villaggio lo innondò. Paldar vide morire e distruggere il suo amato villaggio, se ne andò e vagò a lungo per l'Eesinoth prima di unirsi alla Croce di Sventura. Portava sempre in mano con se una possente ascia, arma che padroneggiava con abilità nonostante l'età. Davanti a loro stavano due uomini molto somiglianti tra loro, essi erano Werat e Aean Starbreeze. Entrambi avevano i capelli biondi e degli splendidi occhi azzurri, dimostravano una grande bellezza. Essi erano due mezzelfi, abbandonati dai loro genitori e ritrovati sotto la brezza di una sera stellata da una guardia di Elderstone. Gli diede un nome, un cognome, tuttavia i due vennero rapiti da un gruppo di mercenari senza scrupoli che li allevarono con crudeltà fino a quando proprio la Croce di Sventura li liberò e gli propose di unirsi a loro. I due fratelli accettarono, al loro fianco portavano una spada a lama lunga di ottima fattura. Davanti ai fratelli stava un uomo che al contrario degli altri non portava il classico corpetto di cuoio, indossava un mantello ed una tunica con cappuccio verdi che portava sempre indosso. A tracolla portava sempre il suo arco e la sua faretra. Egli era Fell, ottimo arciere, lui era il secondo sopravvissuto alla calamaità di Sawlan. Paldar lo aveva portato con sè e allevato come fosse suo figlio. Accanto a lui stava poi un uomo dai capelli corti tagliati a spazzola e due grandi occhi neri, al fianco portava due spade a lama corta. Egli era Val'eka, i suoi genitori furono uccisi dai drow dell'underdark e lui rapito, fuggì dopo lunghi anni di prigionia dall'underdark dove si unì alla Croce di Sventura. Infine vi erano Kork e Maldar, il primo era un possente uomo che combatteva con una spada a lama lunga. Molto grosso, era stato uno schiavo trasportato in tutta Anthuar, fino a quando la Croce di Sventura non attaccò gli schiavisti liberando gli schiavi. Maldar era più piccolo ma la sua velocità era letale, anch'egli utilizzava una spada a lama lunga. La stessa sorta di Kork gli toccò, entrambi decisero poi di unirsi ai loro liberatori come segno di gratitudine. Infine vi era Calawin, l'uomo dal passato sconosciuto per Hann. Non ne voleva mai parlare, e Hann non poteva dargli torto. Tutti portavano nel cuore la propria sventura, sapeva che anche Calawin fuggiva da qualcosa come tutti i componenti della Croce di Sventura. Sbuffò, camminavano ormai da lunghe ore, presto sarebbero arrivati. Calawin li fermò, si voltò e disse:" Non voglio perdite tempo, è possibile che il villaggio sia meglio difeso di quanto pensiamo. Prendiamo provviste, soldi e andiamocene immediatamente, se possibile non uccidete nessuno. I nostri peccati sono già tanti" Hann sorrise, strano comportamento per un fuorilegge ricercato in metà Eesinoth. Tuttavia c'era qualcosa di strano, era tutto troppo silenzioso. Vedevano già la città ma essa era ferma e muta, come il mare durante una notte di calma. Gli undici uomini continuarono a camminare fino a quando non raggiunsero l'entrata del villaggio, Calawin non capiva. Dov'erano finiti tutti? Calawin mosse il primo passo all'interno del villaggio quando udì un sibilo, non si fece in tempo a girare che una freccia gli era penetrata nella coscia e lo faceva sanguinare. Urlò per il dolore, un'altra ne seguì e questa lo colpì al braccio, l'uomo cadde a terra e svenne per la perdita di sangue. Hann sguainò la spada con ringhio, seguito a ruota da tutti i suoi compagni. Anche Fell preferì tirare fuori il suo coltello da caccia nel tentativo di opporsi all'invisibile arciere. Pochi secondi dopo Hann potè accorgersi che la situazione era precipitata. Erano stati completamente accerchiati, probabilmente erano attesi, non sapeva come. Forse qualche esploratore li aveva spiati, Hann maledì la loro sfortuna. Un numero indefinito di guerrieri ed arcieri gli stava puntando contro tutte le loro armi. Hann si rassegnò, forse questa era la fine di tutto. Appoggiò a terra la spada in segno di resa e lo stesso fecero gli altri. Poi guardò il corpo di Calawin, e vide che continuava a perdere sangue *Calawin...* pensò, poi alzò le mani seguito dagli altri e disse:" Basta, ci arrendiamo. Ora fate di noi ciò che meglio credete.." concluse sconsolato Hann.. Di certo non si aspettavano una resa così veloce, probabilmente quei briganti erano intelligenti o semplicemente tenevano alla loro vita. Un uomo, che indossava una pesante armatura, si avvicinò alla Croce di Sventura. Fece cenno verso il corpo di Calawin e disse:" Portatelo dal Gran Sacerdote e fatelo curare.." disse a due miliziani. Poi si voltò verso quelli più vicini e disse:" Questi invece legateli e rinchiudeteli. Le armi portatele via.." dava gli ordini con molta rapidità e non degnò nè Hann nè gli altri compagni della Croce di Sventura di uno sguardo. Quindi si voltò e si diresse a comunicare la loro vittoria, l'uomo era certo che una brillante tattica come la sua lo avesse messo di buona luce al villaggio. Finalmente lo avrebbero visto come un eroe, Iolal, colui che aveva salvato Greystone dai briganti. Erano questi i suoi pensieri mentre camminava alla luce del sole mattutina e la sua armatura brillava sotto quei raggi. --------------------- [KCFG7] 180 CMT/(ANTINOR) 210902/01 Il gran sacerdote si alzo' da quello che tecnicamente avrebbe dovuto essere definito "il suo letto di morte", e si guardo' intorno un po' stranito. Accanto a lui c'erano tre sacerdoti anziani che avevano appena portato a termine la sua resurrezione. Essendo lui il gran sacerdote (anche se due o tre dei presenti avrebbero avuto qualcosa da ridire a proposito della sua carica) avevano fatto le cose in grande e non si erano limitati ad instillare nuovamente nel suo corpo una scintilla di vita, lasciandolo debole ed indifeso fino a quando non fosse stato in grado di riposarsi, bensi' lo avevano rimesso completamente in forma e probabilmente sarebbe stato in grado di uscire in quel momento per andare a fare una corsetta di un paio di chilometri, se solo avesse avuto una buona ragione per farlo. C'era anche da supporre che il gran sacerdote in questione non dovesse essere particolarmente stupito del fatto di essere stato riportato in vita (anche se, ad onor del vero, non si sarebbe troppo sorpreso se qualcuno ne avesse approfittato per fare un "colpo di chiesa" ed insediarsi al suo posto), nonostante questo l'espressione sul suo volto appariva piu' confusa di quella di qualcuno che ha appena visto un elefante rosa in tutu' che balla il lago dei cigni o un pavone che scompare non appena lo si guarda attraverso il mirino di una macchina fotografica (per quanto quest'ultima cosa potessero capirla solo in due e nessuno dei presenti nella stanza fosse incluso nel numero, specie perche' mai avrebbero potuto avere idea di cosa fosse o sarebbe stata una macchina fotografica). Le prime parole che furono pronunciate dalla sua bocca, anziche' ringraziamenti o anche solo semplici commenti (a dimostrazione del fatto, secondo alcuni presenti, che sarebbe stato meglio lasciarlo dove stava) fu "Lasciate andare il centauro". A quel punto l'espressione di confuso imbarazzo si trasferi' dal suo volto a quello delle persone che lo circondavano. Non fu necessario che nessuno gli chiedesse di dare una spiegazione. "Mentre ero dall'altra parte ho visto Tetranor." Il gruppetto di sacerdoti si fece piu' vicino in attesa di una qualche profonda rivelazione dall'elevato valore religioso e filosofico. Antinor continuo'. "Stava ridendo." L'espressione sul volto degli astanti assunse un'ulteriore sfumatura di confusione. Leggendo tra le rughe di uno dei sacerdoti anziani si capiva chiaramente che stava pensando *La preghiera e' riuscita male ed e' ammattito*, pensiero che quello accanto a lui faceva proseguire con *E' arrivata la volta buona che lo degradano e finisce a lavare i pavimenti.* Antinor non se ne diede peso e continuo' la sua esposizione. "Mi ha detto che dobbiamo curare il centauro e lasciarlo andare, e che non vede l'ora di vedere la faccia che fara' Leha quando lo sapra'." -=-=-=-=-=-=- INTERVISTA -=-=-=-=-=-=- Lista 3 Intervista a Francesco/Erfascon A cura di Irene/Duerf Era un ambiente pacifico e molto tranquillo. La vegetazione cresceva rigogliosa e libera, in un luogo che l'uomo non sembrava essere ancora riuscito a violare. Da una parete rocciosa alta non più di dieci metri, cadeva a cascata una grande quantità d'acqua, andando a formare un modesto laghetto nella zona sottostante. L'acqua era talmente limpida che era possibile vedere il fondo ed i piccoli pesci che erano stati trascinati fin là dalla corrente. Lui sedeva su una delle rocce vicino alla riva, tenendo un grosso libro aperto sulle ginocchia, penna d'oca alla mano ed una piccola boccetta di china accanto. Quel posto era perfetto per rilassarsi e meditare, ma anche per porre domande a quei mortali che avevano attirato la sua curiosità. Con movimento fluido e preciso intinse la punta della penna nell'inchiostro per poi tracciare alcune parole sul libro con grande disinvoltura e scioltezza, come se nella sua vita non avesse fatto altro che scrivere (il che, in effetti, non era del tutto sbagliato). Si schiarì la voce per poi alzare gli occhi per fissarli sul suo interlocutore e squadrarlo da capo a piedi, guardandolo da sopra gli occhiali, infine parlò: "Erfascon... Erfascon della tribù della Luna Piena." La sua più che una domanda che necessitava di una conferma, era un'affermazione per avviare la conversazione... Il grosso uomo lupo alzò lo sguardo verso quello che appariva come un umano... anzi, in realtà lo abbassò, visto che i suoi circa due metri e venti d'altezza gli permettevano di guardarlo dall'alto in basso. Annuì. "Erfascon della tribù della Luna Piena. Della scomparsa tribù della Luna Piena, per la precisione!" affermò sottolineando la parola "scomparsa". E poi aggiunse "... e prescelto del Dio wolfen Kryenor... o almeno lo fui, visto che anche questo è un capitolo chiuso. Ma... chi è che vuole saperlo?" Il grande wolfen si tenne pronto a tutto... quello poteva essere un attacco a sorpresa di Moredark. Prese a scrivere qualcosa, come se la presentazione del wolfen gli avesse fatto tornare alla mente qualcosa che, in un primo momento, gli era sfuggito (e non ne andava certamente fiero). Diede un veloce sguardo a ciò che aveva aggiunto, come per controllare che fosse a posto, quindi tornò ad osservare il suo interlocutore per replicare (con un certo ritardo) alla sua domanda: "Nessuno lo vuole sapere. Piuttosto..." fece una pausa, dando un'occhiata alle pagine antecedenti quella dove stava scrivendo, come se fosse in cerca di qualche informazione... "Hai liberato lo spirito di un drow rimasto imprigionato in questo mondo a causa di un patto fatto con un potente demone... uhm, sei anche stato scelto per liberare lo spirito di Kryenor.... hai combattuto nelle fredde lande della Stira contro questo Lord Moredark ed i suoi non morti per liberare la piccola città di Stir... lo hai inseguito fino a Lawland per impedirgli di conquistare la splendida Città della Legge e hai dovuto affrontare il signore di fossa che aveva evocato... hai affrontato una mummia maggiore per proteggere la città elfica di Vallenil e sei finito nel Piano delle Ombre dove hai ritrovato il demone, scomparso in un portale generatosi casualmente dall'interruzione della formulazione di un incantesimo.. e ti sei pure preoccupato di recuperare le spade di due compagni, rimaste piantate nel corpo del signore di fossa... il tutto affiancato da validi compagni d'avventure, questo è certo..." Fece una pausa, forse per riprendere fiato (anche se non sembrava averne bisogno), o più probabilmente per permettere ad Erfascon di assimilare quanto aveva sentito, poi riprese: "Una vita molto movimentata e gratificante..." fissò ancora il suo interlocutore, come per assicurarsi che quell'affermazione corrispondesse al vero.. "Ma in quanto a vita.. privata?" Il wolfen annuì continuamente mano a mano che quella misteriosa figura elencava le avventure... e i guai a cui era andato incontro... "Movimentata... gratificante..." Erfascon soppesò per qualche secondo quelle parole. Poi si decise a rispondere: "Anche troppo movimentata, direi..." ma quando la frase conclusiva di quella strana entità arrivò al suo sensibile udito, il grande uomo lupo si accigliò notevolmente. Scoprì i canini, il pelo del collo si rizzò facendogli assumere un aria ancora più temibile... "La mia vecchia vita privata non esiste più... scomparve con la distruzione della mia tribù! La mia nuova vita privata sono i miei amici... Kalisha... Dìon... la compagnia, insomma." Poi guardò insistentemente l'essere davanti a lui. "Se poi come vita privata, intendete altro, messere, sappiate che non avrete la risposta che cercate... poichè non la conosco nemmeno io!" concluse rilassandosi di nuovo... socchiudendo gli occhi e pensando al giorno in cui avrebbe nuovamente avuto un branco... una famiglia... magari una discendenza... Duerf non ebbe alcuna reazione davanti alla sfuriata del wolfen, preso com'era dal prestare attenzione alle sue parole. La conclusione del discorso però sembrò deluderlo molto... Riprese a scrivere qualcosa sul suo libro e senza staccare gli occhi dal foglio, chiese ancora: "Niente vita privata, dunque... non hai neanche intenzione di fartene una?" Il wolfen annuì. "Ecco, Messere! Questa è una domanda più diretta. Come piacciono a me... Sembrerebbe una cosa assurda... ma negli anni di prigionia dagli elfi, sommati a tanti anni che faccio il ranger solitario a tempo pieno... sommati ai mesi passati col gruppo di Kalisha... credo di aver visto solo una minima parte delle cose incredibili che ci sono su Anthuar... Desidero crearmi una famiglia... un clan, per dirla con termini Wolfen. Desidero una discendenza. Desidero poter far rivivere la mia tribù... Desidero poter passare in pace gli anni che mi separano dalla mia riunione col Tutto. Ma non è certo il momento ora. Ne ho tanta fretta, direi. Troppe faccende irrisolte... e io ho ancora molto da imparare... ed esperienze da vivere... certo non vorrete che un giorno esaurisca i racconti per i nipotini!" concluse la risposta con un sorriso... mentre la coda si muoveva nervosamente a destra e sinistra... "Questa risposta vi soddisfa di più, Messere?" concluse mentre il sorriso si trasformava in un bonario ghigno. Ma in cuor suo sperava che il misterioso essere cambiasse argomento... "In parte, in parte..." replicò distrattamente, prima di tornare all'attacco: "Ma sempre parlando di esperienze, non credi sia tempo di provare qualcosa di nuovo? Di più intimo?" Il wolfen estrasse con agilità il lungo bastone chiodato magico da dietro la schiena e lo usò per appoggiarvisi... "Qualcosa di nuovo? Di più intimo?" Il wolfen sospirò... "Forse si. Devo ammettere che ne ho voglia... ma come posso provarci, se siamo vittime di continui agguati? Se non ci si può soffermare ad osservare ciò che ci circonda attimo dopo attimo... ma soprattutto, ora, possiamo cambiare argomento? Qualunque cosa, ma non questa, Strano Messere...." "Strano messere?" ripetè sorpreso, per poi portare una mano chiusa a pugno davanti alla bocca, dando qualche colpo di tosse. Era la prima volta che qualcuno lo chiamava in quel modo... Con movimento solenne e molto attento richiuse il suo prezioso libro per poi puntare nuovamente gli occhi in quelli dell'alto wolfen: "Erfascon della tribù della Luna Piena, ci rivedremo ancora... quando avrai qualche buona nuova da raccontarmi." Si alzò e come altre volte aveva fatto, girò i tacchi e scomparve nel nulla senza lasciare traccia. -=-=-=-=-=-=- L'Angolo del Bardo -=-=-=-=-=-=- *I Bardi sono soliti viaggiare di regno in regno portando storie e notizie raccolte qua e là. A volte informazioni utili, altre volte semplici storie, talvolta vere, talvolta false. Questo particolare bardo telematico vi porta le voci che arrivano dalle terre più distanti, ovvero quelle delle altre liste...* § Ormai in tutta Vallenil si è diffusa la notizia della partenza della compagnia capeggiata dal wolfen Erfascon, diretta verso la lugubre città di Neriath. Molte sono infatti le leggende che circolano su di essa... molte le persone che vi si sono dirette e che non hanno più fatto ritorno, mercanti e viaggiatori prima, avventurieri e paladini in cerca di gloria dopo. Nessuno fino ad oggi è riuscito a svelare il mistero legato a quello che un tempo era un modesto villaggio di contadini sorto su un lembo di terra chiuso fra due corsi di fiume ed il mare. § Un'intera tribù di orchi ha raggiunto e invaso la città di Baal. A contrastare l'armata non le timorose guardie cittadine (mai fare affidamento su comuni mercenari...), ma una compagnia d'avventurieri che sembra essere proprio l'obiettivo del capotribù, il terribile Garnock, che a detta di alcuni dei suoi soldati stava cominciando a comportarsi in modo strano... § Il fato sembra accanirsi contro la sfortunata città di Elderstone: dopo i disordini dovuti al colpo di stato, allo scoppio delle fogne e, in seguito, all'improvvisa morte del tiranno, un clamoroso incendio sta devastando la città. § Una splendida carrozza, appartenente di certo a qualche alta personalità di Elderstone, è stata vista lasciare la città poco dopo lo scoppio dell'incendio e dirigersi di gran carriera verso il bosco. § Il Mulino dei Dodici Corvi, sede della gilda delle streghe di Elderstone, è stato attaccato da misteriosi guerrieri che hanno impresso alle donne un marchio a fuoco. § Un gruppo di banditi, noto come la Croce di Sventura, ha attaccato il villaggio di Greystone, già in pena per la misteriosa malattia di cui sembra affetto dil Gran Sacerdote di Leha. Fortunatamente ogni spargimento di sangue è stato evitato grazie alla brillante tattica difensiva di Iolal, nuovo Capitano della Milizia. § I banditi della Croce di Sventura hanno affrontato il giudizio della Chiesa di Leha e sono stati condannati a servire per un mese nella milizia cittadina. Gli stessi banditi, accompagnati da un sacerdote del Tempio di Leha, sono stati inviati dal capitano Iolal a recuperare una reliquia dal drago verde Shipsa. § Un drappello di guerrieri barbari scortavano una fanciulla priva dell'uso della vista a Greystone con un messaggio per la sacerdotessa Airin. § I barbari della Tribù del Gufo appaiono irrequieti, si riferiscono strani preparativi per la Festa della Luna Rossa. § Ad Iskandar, nel tempio di Tetranor, pare essersi scatenato l'inferno stesso. Il potere del dio è infatti stato evocato per punire con il fuoco divino l'oltraggio portato da un gruppo di avventurieri venuti a reclamare la libertà di un loro compagno centauro in cambio di una spada sacra a Tetranor stesso. Gli avventurieri di cui sopra sono fuggiti in preda alle fiamme, ma pare che se la siano cavata con qualche scottatura. § Inspiegabilmente, sempre dal tempio di Tetranor, è stato poi liberato il famoso centauro. § Il gruppo di cercatori guidati dal sacerdote Icaro, nel tentativo di recuperare il primo dei 3 artefatti necessari a ridonare il potere al dio Arios, è stato fatto prigioniero dai drow della città di Sha'ratak. La matrona della città, Lha'tàrél, dopo aver interrogato il sacerdote stesso ed essere venuta a conoscenza della sua missione, ha deciso di lasciare libero il gruppo affinchè possa nel frattempo recuperare i 2 oggetti rimanenti salvo poi riunirli nella città drow. § Al confine tra la Nazione di Dar ed il Regno di Halfeim, sulla strada del gruppo di avventurieri che l'ambasciatore di Dar diretti verso Iskandar, è ricomparso nuovamente il potentissimo dracolich chiamato Misdreavus. Questa volta però la sua minaccia pare sia stata contrastata da una forza sconosciuta che ha permesso la fuga al gruppo senza nessuna perdita. § Il gruppo che entrò tempo fa all'interno della torre del tremebondo Lord 0 non è ancora uscito. La morte o la gloria; questo è ciò che attende a chi vi entra. Alcuni temerari di buon orecchio dicono però di sentire provenire dei rumori di battaglia dall'interno della torre. Forse c'è ancora una tenue speranza...