PG: VERAMIR ----------------------- Razza: Immorto maschio (elfo) Classe: Guerriero Allineamento: Caotico Età: 22 al momento della maledizione Forza: Buona Agilita': Elevata Intelligenza: Normale Magia: 5 PM (+5 PM alla resistenza magica) Abilità: 5 PA Combattimento: Armi da mischia: Molto abile nel combattere con due armi (preferibilmente spada e scure) Armi da lancio: discreto con pugnali o asce da lancio, mediocre con archi e balestre Mani nude: Abilità discreta Cavalcare: Normale Nuotare: Normale Lingue: Comune, Elfico Descrizione: Alto 175 cm, di corporatura snella ma con una muscolatura ben sviluppata, estremamente pallido quasi malsano, prima della maledizione era un giovane elfo dal bell'aspetto, ora solo alcuni lineamenti mostrano il fascino che possedeva un tempo. I capelli lunghi che sfiorano appena le spalle sono di una tonalità grigia (un tempo neri) mentre gli occhi hanno perso quasi totalmente il loro colore, mostrando pupille molto chiare, glaciali. Veste una armatura di cuoio di color grigio scuro e nero che lo ricopre completamente (stivali, gambali, corpetto, parabraccia, guanti, spalline), un mantello da viaggio grigio, è una bandana del medesimo colore del mantello che gli copre la parte inferiore del viso. La voce bassa ricorda il sibilo di un serpente. Dotazione: Una spada lunga ed una scure legate entrambe dietro la schiena, una bandoliera a tracolla con 5 pugnali da lancio e due asce da lancio assicurate alla cintura. Un'armatura di cuoio che indossa costantemente, e una bisaccia a tracolla in cui tiene alcuni oggetti (monete, corda, un altro paio di pugnali). Personalità: Solitario e scaltro, trova difficoltà nelle relazioni poichè ormai privo di emozioni se non un irrefrenabile e cieco odio per un uomo (il necromante che lo ha maledetto) che spesso rivede nella sua mente. Agisce soprattutto per pura abitudine, brama la morte del suo nemico, e nella ricerca agisce nell'unico modo che conosce, combattere ed eliminare ogni ostacolo. Freddo e spietato perchè vittima di un tragico destino. Capita che sprazzi di unamità e sentimenti si rifacciano sentire in lui, e sono questi che lo spingono a volte a deviare dalla sua caccia o a comportarsi in modo diverso rispetto alla sua natura Storia: Il necromante che lo maledisse non fu altri che il padre, un individuo privo di ogni scrupolo capace di sacrificare anche il suo corpo pur di ottenere cio che desiderava. Veramir nacque dall'unione di Sildar (il necromante) e Avriel, un'elfa che non veva saputo resistere al fascino dell'oscuro mago, concedendosi a lui diverse volte. In seguito ad uno di questi incontri Avriel rimase incinta, fu l'amore per il futuro figlio che le diede la forza di rivolgersi al fratello, chiedendo aiuto affinchè potesse allontanarsi e nascondersi da Sildar. Così nacque Veramir allevato dalla madre e dal fratello di lei, con cui il giovane elfo strinse un legame quasi paterno e dal quale imparò a maneggiare le armi, poichè sogno della madre era poter vedere il figlio diventare un forte combattente, autonomo, in grado di difendersi e di sopravvivere, poichè temeva in un ritorno dell'oscuro padre. Ma ciò avenne prima di quanto potesse immaginare, poichè in realtà Sildar era a conoscenza dell'esistenza di un figlio, e non appena Veramir raggiunse il 22esimo anno di età si presentò dinnanzi a lui ed al fratello della madre durante una loro lezione. L'esito di quell'incontro fu tremendo, intenzione di Sildar era portare via con sé il figlio per prenderlo come apprendista, ma il fratello di Avriel non era intenzionato a cedere e nemmeno il giovane Veramir. Vi fu una lotta, sul luogo sopraggiunse anche la donna che in lacrime e disperata tentava di persuadere il folle marito, ma questo dopo avere eliminato l'avversario più pericoloso si rivolse al giovane elfo intimandogli di seguirlo, ma il ragazzo rifiutò e si gettò nuovamente nello scontro, era furioso per aver scoperto di avere un padre corrotto dal male che aveva appena ucciso colui che padre era stato per tutti quegli anni. Sildar fu disgustato da tale comportamento e così decise di annientare l'animo di quel ragazzo scagliando su di lui la maledizione dell'immorto. Non fu difficile poi plagiare la sua mente, trasformando così quello che doveva diventare un impavido guerriero in una macchina assassina, con l'unico scopo di proteggere il proprio padrone. Veramir trascorse diversi anni svolgendo quel ruolo, anni in cui perse gran parte della sua umanità, facendo diventare la lotta e la morte elementi vitali per il prosieguo della sua non-vita. Ma ciò non poteva durare in eterno ed arrivò un giorno in cui Veramir riuscì ad imporre la propria volontà contro quella di Sildar, liberandosi così dal giogo che lo teneva legato al padre. L'eventò segnò profondamente la mente gia corrotta dell'elfo, gran parte della sua memoria scomparve, non aveva più ricordi della madre, del suo maestro d'armi e della sua vita precedente, solo un unica immagine rimaneva impressa nella sua mente, quella del padre, ma a quell'immagine la sua mente associava il nemico, l'unico individuo al quale desiderava realmente togliere la vita. Ora Veramir vaga alla ricerca del suo avversario, visita ogni luogo che egli sia in grado di raggiungere e a volte si rivolge a chi ha intorno (sempre che lo accettino) per trovare ogni minima informazione che lo possa aiutare, e si fa strada con gli unici mezzi che conosce: le armi. Incantesimi: Nessuno Note: Nessuna GIOCATORE * Stefano * Età: 19 * Città: Terni * E-mail: ziovito_sd@yahoo.it