PnG: ELENHITH ----------------------- Razza: Fantasma Classe: Veggente Allineamento: Neutrale Età: 24 Forza: Nella media Agilità: Buona Intelligenza: Alta Magia: 9 PM Abilità: 6 PA Combattimento: Se la cava bene con armi da corpo a corpo, scarso con armi distanza, appena sufficiente a mani nude Cavalcare: Sufficiente Nuotare: Appena sufficiente, non annega ma non ama particolarmente l'acqua Lingue: Comune Descrizione: Appare come un giovane umano, alto circa 180 cm, snello e dai capelli ricci e boccolosi lunghi fino a poco sopra le spalle. Del suo aspetto non colpisce nulla eccetto i profondissimi occhi ambrati che ricordano quelli di un gatto. Indossa dei pantaloni di tela e una maglia di lana a maniche lunghe di un bianco tendente all'azzurro, solitamente si avvolge in un mantello molto pesante con cappuccio di colore blu. Ai piedi calza degli stivali. Dopo la sua morte, e la sua nuova condizione di fantasma, l'aspetto di Elenhith ha acquistato una sorta di traslucenza. Dotazione: Una spada lunga in argento, qualche moneta nelle tasche. Personalità: Cinico è la parola esatta che potrebbe descrivere l'intero carattere di Elenhith. Odia profondamente i suoi poteri di veggenza: li considera, più che un dono, un fardello da portare fino alla morte con fatica. Disilluso dalla vita sin da piccolo ha sempre pensato che il mondo non fosse il luogo dove dovesse stare. Tale sensazione si fece forza a causa dell'avversità della madre verso la sua nascita, la quale, quando Elen aveva solo 10 anni, lo informò di come la sua nascita fosse del tutto uno sbaglio. Andando avanti con il tempo allo sgomento per tale indifferenza e indisponenza della madre nei suoi confronti, subentrò il pensiero che, dato che alla fine su Anthuar ci era arrivato, in qualche modo lui dovesse continuare a vivere come "oggetto estraneo" alla realtà. Il rapporto conflittuale con la madre lo ha segnato per sempre nelle sue interazioni con le donne, se da una parte ne è estremamente affascinato, dall'altra prova anche grande diffidenza a causa del poco affetto e del tanto odio che sua madre gli ha riversato contro durante i suoi primi anni di vita. Storia: Sua madre era una prostituta della città di, Baraj, che a causa di una disattenzione con un cliente, rimase incinta. Molto convinta ad interrompere la gravidanza indesiderata, anche con metodi magici e/o poco ortodossi, cambiò repentinamente idea a causa del cliente/padre: un misterioso uomo dai capelli rossastri che la obbligò con la forza a tenere il bambino. Per nove mesi il misterioso uomo, che non le rivelò nemmeno il nome, la tenne segregata in casa. Nato il bambino, il padre sparì con lui. Marjl, la giovanissima madre ventenne di Elen, in parte sollevata, credette finito il suo tormento, ma con grande sgomento due giorni dopo notò il suo bambino davanti alla porta della squallida bettola dove vive. Da quel giorno Marjl cominciò a provare un crescente odio verso la creatura che aveva messo al mondo ma, per contro, quasi per un istintivo obbligo materno lo tenne con sé fino a quando Elen compì 10 anni. Elenhith passò una fanciullezza tra bordelli e le case dei ricchi clienti di sua madre, fino a quando quest'ultima decise di abbandonarlo al suo destino nell'orfanotrofio pubblico di Baraj. Là passò due anni tra le prese in giro dei compagni a causa delle sue premonizioni, venne sbattuto fuori dall'orfanotrofio a causa di una lite con un compagno che Elen quasi uccise per la rabbia provocatogli dalle continue beffe subite. All'età di 12 anni cominciò a vivere per strada chiedendo la carità sotto la protezione della gilda dei ladri della città, tre anni più tardi i suoi poteri di veggenza si mostrarono con ancora più insistenza ed Elen si accorse di essere completamente immune al fuoco. Sempre in quel periodo riuscì ad uscire dal giro della gilda grazie all'aiuto di una giovane commerciante elfa di bell'aspetto di nome Yaveil. L'elfa lo aiutò a rifarsi una vita e lo crebbe nei suoi ultimi anni di adolescenza; quello con Yaveil fu l'unico rapporto sereno con un essere di sesso opposto al suo che Elen riuscì ad avere. Dopo l'oscuramente del sole e la caduta degli dei nella sua città cominciò una caccia alle streghe nei confronti degli usufruitori di magia e dei non-umani reputati i responsabili di tale avvenimento dalla casta sacerdotale, devota a Tirgh. Elenhith e Yaveil caddero vittima delle persecuzioni, il primo a causa dei suoi poteri di veggenza e la seconda a causa della sua natura elfica. Yaveil venne imprigionata e giustiziata alla ghigliottina insieme ad altri 300 elfi circa che vivevano a Baraj e ne formavano una consistente comunità. Elen riuscì a cavarsela con un esilio ma non prima, per vendetta, di aver rubato una sacra spada d'argento custodita dai sacerdoti di Tirgh fautori della sua ennesima rovina. Senza quasi più nulla in tasca, le epurazioni infatti gli avevano tolto tutti gli averi suoi e di Yaveil, se ne andò dalla sua città natale e cominciò il suo errare solitario. Elenhith muore nel giorno di gioco 331 dopo essere stato catturato dal clan dei draghi rossi di suo padre e sacrificato ai fini della vana speranza del clan Fireraider di salvarsi dalla minaccia dei Draghi della Morte. Attualmente vaga come fantasma. Incantesimi: --- O PM --- Seconda Vista Visione --- 1 PM --- Chiaroveggenza Lettura del Momento + Visione di Morte --- 2 PM --- Telepatia Note: + Potere libero Il padre, in realtà un drago rosso in visita a Baraj come membro di una delegazione di draghi rossi venuti a stipulare un trattato di non belligeranza con la città-stato, non ha mai rivelato la sua identità e nessuno: né la madre, né lui stesso stesso conoscono il lato draconico di Elenhith. Per uno strano scherzo del destino Elenhith non ha ereditato dal sangue del padre alcuna abilità speciale ad esclusione dell'immunità al fuoco che rimane uno dei grandi misteri che avvolge Elenhith e che ancora egli non riesce risolvere, nonostante sospetti qualcosa sul padre. GIOCATORE * Lorenzo Bonaffini * Età: 20 * Città: Como * E-mail: rebaf@fastwebnet.it