PG: SOLIVAN ----------------------- Razza: Umano maschio Classe: Negromante Allineamento: Neutrale Età: 26 Forza: Assai scarsa, ciò dovuto alla sua particolare debilitazione Agilità: Al di sotto della media Intelligenza: Molto buona, al di sopra della media comune Magia: 2 PM Abilità: 1 PA Combattimento: Goffo e maldestro con tutte le armi Cavalcare: Nella norma Nuotare: Non molto versato Lingue: Comune Descrizione: Solivan è alto all'incirca 180 cm. Di corporatura esile e longilinea, la sua carnagione è bianca come l'osso. Una folta chioma di capelli corvini, lunga fino alle spalle, incornicia un viso scarno e macilento. Il suo occhio destro, dal taglio lievemente obliquo, è dello stesso colore della sua capigliatura. Le labbra sono pallide e sottili, gli zigomi alti e ben sporgenti e il naso aquilino. Una benda, su cui brilla un vermiglio rubino magistralmente intagliato, cela il suo occhio sinistro. Un guanto di piastre metalliche nere, dai bordi aguzzi e taglienti, inciso di rune arcane e costellato di grandi gemme purpuree levigate, riveste il suo avambraccio destro. L'eloquio di Solivan è sovente colto e raffinato, affettato. Il tono della sua voce è basso e suadente, contraddistinto da un continuo sibilare. È solito estroflettere dalla bocca, di tanto in tanto, una lingua biforcuta adunca e nerastra, grazie alla quale riesce ad avvertire la presenza di chi o di cosa lo circonda, complemento alla sua scarsa capacità visiva. Indossa delle vesti fluenti di broccato, color rosso cupo, dalle ampie e cavernose maniche, dalle spalle pronunciate e dal colletto estremamente alto. Un intricato reticolo di arabeschi sinuosi in stoffa nera ornano il suo abito. Un'ampia cappa scura, dotata di cappuccio, cinge la sua schiena. Alla vita indossa un cinturone in cuoio, a cui sono appese numerose scarselle contenenti i suoi averi, e un fodero, dentro cui riposa il suo pugnale. Ai piedi calza degli stivali neri, logorati dall'usura. Un guanto di sottile seta scura ricopre la sua mancina. Impugna un bastone di legno brunito, finemente intarsiato, sulla cui punta svetta un corvo scolpito ad ali dispiegate. Il rostro del volatile stringe un bulbo oculare ricavato da un unico frammento di avorio, su cui è stata incastonata, a guisa di pupilla, una pietra di onice. Dotazione: Oltre ai suoi abiti e al suo bastone, Solivan possiede un pugnale dalla lama ondulata, che utilizza per officiare i sacrifici alla Morte, una coppa di bronzo foggiata a mo' di teschio, alcune monete, dei frammenti di ossa umane, diversi grammi di polvere tombale e un cofanetto in legno bruno-rossiccio contenente dei grumi di sangue coagulato. Inoltre, nel suo zaino custodisce un paio di borracce contenenti la sua preziosa pozione rinvigorente. Personalità: Solivan è di indole introversa e taciturna. Essendo egli un negromante, è perfettamente consapevole di provocare, nella maggior parte degli uomini, un forte senso di repulsione e diffidenza. Ciò lo spinge a detestare a sua volta il prossimo, o quantomeno a ignorarlo del tutto. Solivan è mosso da una profonda ambizione; persegue uno scopo che si potrebbe considerare trascendente, nella sua decadente e trionfante corruzione: la ricerca dell'immortalità. Farà tutto quanto è in suo potere, pur di poter pervenire a essa. Storia: Solivan è l'unico rampollo di una famiglia di commercianti in declino, originaria del piccolo regno di Astares. Cresciuto negli agi e nella sicurezza (fin troppa) della dimora paterna, il fanciullo manifesta fin dai primi anni una spiccata propensione per le discipline teoriche, letterarie e filosofiche, a discapito di una pressoché totale inadeguatezza nell'apprendimento di quelle pratiche (quali l'economia, le arti belliche, la tattica, la diplomazia), indispensabili per poter amministrare in maniera efficace l'attività mercantile della sua famiglia. Nel corso della sua infanzia, Solivan contrae una malattia altamente debilitante, la quale lo costringe a trascorrere diversi anni nel più assoluto riposo. Un simile malanno ha l'effetto di fiaccare la tempra del ragazzo, ma non riesce a placare la sua smodata sete di conoscenza. Impegna gli interminabili giorni, al chiuso nella sua camera da letto, divorando i tomi e i manoscritti della biblioteca paterna, superando in arguzia e sagacia persino i suoi pedagoghi. All'età di sedici anni gli viene dunque concesso, con grave rammarico di suo padre Wollen, di poter divenire apprendista della Scuola di Magia di Xarius il Nero, ove riceve una prima infarinatura sulla magia. Ma Solivan sembra prediligere maggiormente il lato oscuro della magia, e per questo viene affidato alle cure del Negromante Hivorius, uno Sha-Dar abile nelle arti occulte. Hivorius ben presto inizia il suo pupillo al culto della Morte, e gli illustra i temibili poteri di cui dispone ogni suo fedele devoto. Durante un rituale particolarmente rischioso, tramite il quale Hivorius avrebbe dovuto evocare una potente creatura dell'Oltremondo, Solivan rimane orribilmente sfigurato, contaminato dalle emanazioni nefande della Morte. Il suo occhio sinistro diviene in tutto e per tutto identico a quello di un rettile: acquoso, giallognolo, dotato di una pupilla sottile e acuminata e privo di palpebre. La pelle attorno all'orbita diviene butterata, scagliosa e grigiastra. La carne del suo avambraccio destro si incancrenisce, avvizzisce, e assume un colore nerastro, orribile a vedersi, la pelle sembra tendersi sulle ossa, conferendo all'arto l'aspetto di uno stecco rinsecchito. Anche la sua lingua subisce un'orribile metamorfosi, divenendo bifida e nerastra. Solivan, nonostante un avvenimento di tal genere, non si dà per vinto. Scopre, tra gli innumerevoli volumi della biblioteca scolastica, una biografia appartenente a Hyeronimus Kraven, un potente stregone, negromante e demonologo. Stando a quanto riportato nel libro, Hyeronimus sembra aver ottenuto, nel corso della sua vita, il dono dell'immortalità. Il resoconto della sua ricerca è stato riportato in chiave criptica e sibillina, ma un dettaglio sembra essere innegabile: la meta finale sembrano essere le Terre Morte. Solivan, dunque, lascia la Scuola di Magia di Xarius il Nero, con l'intento di seguire le orme di Hyeronimus Kraven nel proposito, come lui, di riuscire a disvelare il segreto della vita eterna. Abilità: Nessuna Incantesimi: tutti quelli dei negromanti Note: Il sangue di Solivan, debole e malaticcio, non è in grado di sostentarlo troppo a lungo senza l'ausilio di una particolare mistura, distillata dal succo di certune erbe selvatiche. Si tratta, in definitiva, di una droga, la quale conferisce a chi ne fa uso una vitalità fittizia, benché ardente ed enfatica. Il suo utilizzo prolungato conduce l'organismo a dipendere totalmente da essa, tant'è vero che chiunque non sia in grado di ingerire tale preparato a intervalli regolari, si vedrà ridotto a un relitto umano, capace di fare ben poco altro se non strisciare e brancolare, biascicando in continuazione il suo morboso desiderio verso il veleno che rappresenta a un tempo la sua salvezza e la sua condanna. Coloro che ne usufruiscono sono riconoscibili grazie a una gestualità accentuata delle mani e del corpo, a un lucore febbrile che brucia nei loro sguardi, e a una facondia accalorata e infervorata. Il bastone di Solivan è un oggetto incantato, dono del suo mentore Hivorius. Il bulbo oculare in avorio che svetta in cima a esso permette al possessore della staffa di poter squarciare il velo che separa il mondo di Anthuar dal regno dell'oltretomba, e di gettare dei fugaci sguardi al suo interno. Questo rituale, utilizzabile solo una volta ogni cinque giorni, richiede un enorme dispendio di energie, recuperabili soltanto dopo un giorno di completo riposo. Come tutti i negromanti, Solivan è un seguace della Morte. GIOCATORE * Marco Temperini * Anno di nascita: 1984 * Città: Montecosaro * E-mail: TemperiniMarco@libero.it