PG 508: KITHIEL della casa di YLLARAEN detto TIH RELLER --------------------------------------------------------------- Razza: Elfo Maschio Classe: Guerriero Allineamento: N/A Età: Al momento della morte 76 Forza: Alta Agilità: Notevole persino per gli standard della sua razza Intelligenza: Vivace in vita Magia: 6 PM Combattimento: In una parola: inarrestabile. Un berseker puro. Per quasi tutti gli avversari è difficile affrontare un essere che non ha il benchè minimo, infimo, remoto riguardo per l'esistenza propria o altrui, che non avverte paura, dolore così come qualsiasi altro sentimento dei viventi, fossero anche l'odio o la rabbia. Che non schiva, para, evita o devia, se non allo scopo di infliggere colpi più micidiali nelle rare occasioni in cui si affida alle tecniche di scherma apprese in vita. Non usa armi da lancio. Cavalcare: Buono in vita, attualmente nessun animale accetta nemmeno la sua semplice vicinanza. Nuotare: Discreto in vita, attualmente si limiterebbe a camminare sul fondo. Lingue: Comune, alto elfico, elfico, draghesco. Descrizione: Ad uno sguardo poco attento Kithiel appare come un elfo di rango, alto, bello ed eccezionalmente ben vestito. Ad uno sguardo più attento, prolungato e ravvicinato emergono numerose stranezze. I suoi occhi sono incavati in profonde occhiaie ed il suo sguardo ha qualcosa di innaturale: le sue pupille non si dilatano e non si restringono e non sbatte mai le palpebre. I suoi ricchi vestiti cerimoniali sono sporchi e stracciati, solo l'eccezionale fattura dei tessuti elfici permette loro di non andare in pezzi. I suoi capelli lunghi e biondi, acconciati in modo elaborato sono sporchi e la stessa acconciatura è in via di disfacimento. La cotta di maglia elfica resiste lucida e brillante solo perchè realizzata in mithril e non soggetta all'attacco della ruggine. In ambienti caldi non suda, il suo fiato non si condensa al freddo. Più semplicemente non respira. Emana un odore caratteristico, non sgradevole ma pungente, che ricorda quello del sottobosco. Se mai lo si dovesse vedere privo del copricapo da battaglia che non toglie mai di sua volontà pochi dubbi resterebbero sul fatto che Kithiel sia vivo o meno: la cima della testa è stata sfondata da un violento colpo di spada vibrato dall'alto verso il basso. Dotazione: I vestiti cerimoniali che indossa, la cotta di maglia elfica, l'elmo e una spada lunga detta Phay Alienyl (in alto elfico Ago di Pino), lama magica in mithril e adamantio. Una catena d'oro, pregiato pezzo di artigianato elfico, simbolo del suo rango, cui egli attualmente non presta la minima attenzione e la lascia penzolare al collo ma che lo identifica come elfo di stirpe reale. Personalità: In vita Kithiel era un giovane principe devoto alla sua casata, al piccolo regno elfico nel sud di Anthuar dal quale proviene, un cavaliere d'animo nobile e generoso. Ma adesso egli è semplicemente Tih Reller. Non ha etica, morale, sentimenti o pensieri. Solo un'idea fissa: la vendetta. Storia: Kithiel era un principe della casa reale del piccolo regno elfico di Ylla situato nelle regioni a Sud Ovest di Anthuar. Cresciuto come membro della corte militava nella guardia reale, fedele servitore di suo padre Re Kollor e di suo fratello maggiore, il principe Gyareil. La feroce guerra tra draghi neri e draghi rossi che morte e distruzione aveva portato in quelle regioni sembrava aver dimenticato il piccolo regno. In realtà per ben tre volte gli emissari dei draghi neri avevano cercato di convincere Re Kollor ad abbracciare la causa dei neri concedendo loro di attraversare il territorio di Ylla per attaccare i draghi rossi e per tre volte Kollor aveva rifiutato. A nulla valsero gli avvertimenti di Kithiel: Kollor confidava che nemmeno i Neri avrebbero osato violare la tradizionale neutralità di Ylla. Il giorno del matrimonio del principe Gyareil, il pacifico regno di Ylla venne colto con la guardia abbassata: mentre tutto il popolo festeggiava un cavaliere in armatura nera in sella al più poderoso destriero mai visto giunse al galoppo presso il gigantesco albero che fungeva da corte. Smontò da cavallo e si sbarazzò con pochi letali fendenti delle guardie fattesi sotto per bloccarlo. In un balzo fu addosso a Gyareil che uccise all'istante quindi mentre già la sua cavalcatura riassumeva le sue sembianze di drago nero e interi stormi di neri attaccavano il regno in ogni dove, avanzò per uccidere Kollor. Kithiel ingaggiò il misterioso cavaliere ma fu abbattuto da un violento colpo di spada. Solo allora Karan il Nero assunse la sua vera forma e con l'aiuto della magia terminò la strage. Nel giro di poche ore del Regno di Ylla, dei suoi abitanti, della sua corte, della sua casa regnante non restavano che rovine cosparse d'acido. Solo un vecchio sacerdote sopravvisse il tempo necessario per rinnegare le divinità della luce che aveva sempre adorato e rivolgendosi alle potenze oscure di Tetranor e della sua corte, richiamò dalla morte Kithiel mediante l'incantesimo noto come Vendicatore, affidandogli il compito di far scontare a Karan lo sterminio degli Yllareani. Kithiel, mentre il sacerdote spirava, attraversò la soglia e divenne Tih Reller, in alto elfico 'Colui che ritorna' Nel giorno 356 (26 Trianar 1458), al termine di una battaglia all'interno della tana di Karan il Nero, tra quest'ultimo, Kithiel stesso e Diamond, Tih Reller ha cessato la sua esistenza come vendicatore a seguito della morte di Karan. Incantesimi: Nessuno Note: Per praticità di consultazione riporto l'incantesimo lanciato su Kithiel. Vendicatore (Sacerdoti - 5PM) Raggio: Speciale Durata: Speciale Effetto: Speciale Potere: Morte Questo incantesimo consente allo spirito di un defunto di tornare dal regno dei morti per vendicare la propria morte. Nel momento in cui il sacerdote completa l'incantesimo, cosa che richiede circa 5 minuti, davanti a lui compare una porta. Il sacerdote deve quindi bussare tre volte e chiamare ad alta voce il nome del defunto. Sbagliare il nome può causare indesiderati effetti collaterali: chiamare una persona che non è defunta farà semplicemente sì che l'incantesimo venga sprecato, chiamare un defunto sbagliato farà arrivare quest'ultimo invece del bersaglio destinato. In tutti i casi, se il defunto evocato non ha affatto necessità di vendicare la propria morte (ad esempio se è morto per cause naturali, o se è stato ucciso onorevolmente in duello) o non può farlo (ad esempio se chi lo ha ucciso è poi morto a sua volta) egli si rivolterà contro il sacerdote. In caso contrario il suo unico scopo sarà, appunto, la vendetta, e cesserà di esistere solo quando l'avrà compiuta. Il defunto appare nella forma che aveva al momento della sua morte. Conserva tutte le normali abilità e capacità che aveva in vita, in più non è realmente solido (anche se lo sembra e può toccare e manipolare normalmente oggetti e creature, ma anche attraversare pareti ed oggetti solidi a piacimento) e può essere danneggiato solo dalla magia o da armi magiche. Possiede gli stessi PM che aveva in vita + 2 ed ogni incantesimo diretto lanciato su di lui ha il 50% di possibilità di fallire comunque indipendentemente dalla resistenza magica. Ogni attacco dello spirito, oltre a causare normali danni, sottrae permanentemente 1 PM alla vittima. Creature ridotte a meno di 0 PM in questo modo muoiono all'istante, tuttavia lo spirito non ucciderà mai se non è obbligato a farlo (ovvero cercherà di uccidere solo il responsabile della sua morte ed ucciderà qualcun altro solo se dovesse essere l'unico modo per raggiungere quest'ultimo). Lo spirito è a tutti gli effetti un non morto, per cui dispone delle stesse immunità dei non morti e può essere scacciato da sacerdoti e negromanti. Se viene distrutto non potrà essere richiamato una seconda volta dal regno dei morti in alcun modo. GIOCATORE * Giovanni Bottegoni * Età: 26 * Città: Fano(PU) * e-mail: giovannibottegoni@libero.it