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Umani, elfi, fate, nani, draghi... maestosi monti, popolose città e profondi mari. Ecco a voi il mondo del KCFG e chi lo popola.

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L'ESILIO DEI DEMONI

La guerra dei draghi continuava ad imperversare sul mondo quando gli dei decisero che era necessario trovare un modo per porle fine.
Essi comprendevano che mai i draghi avrebbero ascoltato le loro parole fintantoché i Dai-Mon avessero continuato ad aizzarli gli uni contro gli altri. E ugualmente comprendevano che non era loro possibile fermare i draghi con la forza, poiché era ormai troppo debole la fede che alimentava il loro potere sul mondo, e non vi era nulla che potessero fare per farla tornare. Come un serpente che si mordesse la coda, meno essi tentavano di fermare la guerra, meno i loro fedeli nutrivano il loro potere, e meno il loro potere veniva nutrito meno possibilità avevano di fermare la guerra.
Vi era però qualcosa che nella loro brama di distruzione i Dai-Mon non avevano considerato.
I limiti che gli dei avevano imposto a loro stessi perché il mondo neonato non venisse plasmato a sua immagine da alcuno di loro, non includevano i Dai-Mon in tale restrizione. Essi non erano parte della materia, e non rientravano in ciò che gli dei avevano giurato di non cambiare, sigillando col loro stesso potere quel giuramento perché non fosse possibile infrangerlo in alcun modo.
Fu così che gli dei decisero ciò che andava fatto.
Ciò che avrebbero dovuto fare fin dall'inizio.
Unendo le loro forze, essi scagliarono i Dai-Mon lontani dal mondo neonato, imprigionandoli in un luogo distante che nessun mortale avrebbe potuto facilmente raggiungere, e da cui loro non avrebbero potuto raggiungere facilmente nessun mortale.
Perché tale luogo divenisse la loro prigione, e non fosse loro possibile tornare semplicemente indietro, gli dei mandarono i loro angeli a chiudere ogni passaggio, ogni accesso ed ogni via d'uscita.
Gli angeli dell'ordine raggiunsero la prigione e la circondarono mutandosi in un guscio impenetrabile, che nessun prigioniero avrebbe potuto attraversare con le sue sole forze.
E gli angeli dell'equilibrio si unirono in una solida barriera che circondò la prima, e che avrebbe arrestato qualunque tentativo di infrangerla dall'esterno o superarla.
E gli angeli del caos mutarono a loro volta in una vorticante barriera che avvolse la seconda, e che avrebbe respinto ogni forza che le venisse scagliata contro, ed ogni viaggiatore che avesse cercato di penetrarla.
Le barriere angeliche presero forma, ed ogni contatto con i mortali fu così negato ai Dai-Mon, costretti ad un eterno esilio.
Ma esisteva ancora qualcosa che avrebbe potuto riportarli indietro, la forza stessa che li animava e che scaturiva dal cuore del mondo, e quella forza, come loro, avrebbe dovuto essere bandita per impedirne definitivamente il ritorno.
Così per la seconda volta gli dei unirono i loro poteri ed eradicarono tale forza dal mondo stesso, imprigionandola in un luogo inaccessibile dove né mortali né demoni avrebbero potuto ritrovarla.
Così, il mondo perse la Magia.
Anche se frammenti di essa ricaddero lungo la strada e con il tempo sarebbero stati riscoperti ed utilizzati dai mortali, il potere non sarebbe mai tornato ad essere quello di un tempo, almeno fintantoché gli dei fossero rimasti in grado di impedirlo.

Senza l'opposizione dei loro sempiterni avversari, gli dei poterono nuovamente sperare. Tuttavia un prezzo molto alto era stato pagato per poter liberare il mondo dai Dai-Mon: gli angeli erano scomparsi per sempre, e nessun dio avrebbe potuto ricrearli senza rinunciare ad una parte fondamentale del proprio potere, a causa dei limiti che gli dei stessi si erano imposti.
E senza gli angeli non vi era modo di alimentare nuovamente la fede dei mortali, poiché ben pochi erano coloro che ancora tentavano di predicare le vie degli dei, ed anche quei pochi iniziavano a vacillare nella loro fede, temendo di essere stati abbandonati.
Tra tutti gli dei, Leha avanzò una proposta, e disse che ognuno degli dei avrebbe potuto assumere spoglie mortali ed in tal modo camminare tra i mortali stessi e diffondere nuovamente la fede. Ma ciò che egli propose non poteva essere attuato, poiché il potere necessario a plasmare un corpo mortale era oltre ciò che la limitata fede del mondo concedeva loro.
Fashia disse allora che se creare un corpo mortale era impossibile, avrebbero dovuto usare quelli che già esistevano.
All'inizio gli dei non accettarono una simile affermazione, ma poi compresero che qualcosa poteva essere fatto. Essi avrebbero instillato una scintilla della loro essenza divina in coloro che erano più meritevoli e vicini a loro, e costoro avrebbero usato il potere che veniva loro concesso per agire nel mondo in loro vece, privi dei limiti che impedivano il loro intervento, ed avrebbero riportato la fede ai mortali, ed il potere agli dei.
Ogni dio avrebbe perciò scelto tra i suoi fedeli colui o colei che sarebbe divenuto suo Avatar.
Celaban però non fu d'accordo con quanto stava per essere fatto.
Egli temeva che gli Avatar avrebbero potuto disfare tutto ciò che era stato fatto, permettendo nuovamente agli dei di cercare di modificare il mondo dei mortali, anche se il loro potere sarebbe stato limitato.
Luxiana propose allora che venissero poste delle regole. Che ogni dio potesse creare un solo Avatar, che una volta che l'avesse scelto avrebbe dovuto mantenerlo tale fino alla sua morte, e che da quel momento in poi gli dei accettassero di agire nel mondo solo attraverso i loro Avatar ed i loro sacerdoti, e mai più in modo diretto.
Tetranor però intervenne e dichiarò che se una regola avesse dovuto esserci, allora avrebbe dovuto esserci anche il caos. E disse che se ogni dio poteva avere un solo Avatar, allora una volta morto il suo Avatar la scintilla divina sarebbe migrata ad un nuovo Avatar ancora nel grembo materno, e niente avrebbe potuto guidare la scelta se non la fede.
Celaban ascoltò ciò che gli altri proponevano e fu d'accordo. Aggiunse, però, che nessun dio avrebbe mai potuto uccidere volutamente l'Avatar di un altro, e rinunciò al proprio diritto di avere un Avatar, ma in cambio volle per sé la possibilità di incarnarsi in spoglie mortali, mantenendo il proprio potere, se mai questo fosse stato necessario per salvare il mondo neonato. E disse inoltre che gli dei avrebbero sì accettato di non agire più nel mondo, ma che nessun vero limite sarebbe stato posto questa volta, perché nessuno potesse poi volgere la loro scelta contro di loro. Ma chi tra loro avesse infranto il giuramento sarebbe stato punito, e se necessario sarebbe stato privato della sua divinità.
Così il secondo patto tra gli dei venne siglato ed ogni dio scelse il proprio Avatar tra i mortali, perché la fiamma della fede potesse nuovamente essere accesa nei cuori degli uomini.

Gli Avatar si sparsero per il mondo predicando la buona novella del ritorno degli dei, sebbene essi si non fossero mai veramente allontanati, e ben presto la voce giunse fino alle orecchie dei draghi in guerra, che tuttavia non vollero interrompere il conflitto.
Solo alcuni di loro decisero che era giunto il tempo di ristabilire la pace, e un clan di dorati, stabilitosi in un'isola deserta la consacrò a Midia e promise solennemente che per ogni vita spezzata prima del tempo nell'atroce guerra che aveva colpito il mondo, una vita sarebbe stata salvata per consentire al mondo stesso di rifiorire.
Con l'aiuto dei draghi di Midia, il verbo degli dei venne nuovamente diffuso, e ben presto la fede restituì loro il potere sul mondo, il potere non già di cambiare ciò che era ma di fermare ciò che non avrebbe dovuto essere.
Liberati dalle menzogne e dagli inganni dei Dai-Mon, e vedendo gli dei tornati nuovamente ciò che erano un tempo, i draghi accettarono infine la necessità di porre termine alla loro lotta. Gli scontri divennero sempre meno frequenti, e sempre più clan si astennero dalla lotta.
I più potenti tra i draghi rossi si recarono presso una catena montuosa che era stata teatro di uno degli scontri più cruenti, e qui fondarono un consiglio di pace per porre fine alle ostilità. Quel luogo divenne noto come Montagne delle Ceneri, poiché dalle ceneri del vecchio mondo ne nasceva ora uno nuovo sotto l'insegna della pace tra le razze.
Ben presto la grande guerra ebbe fine, e il mondo si avviò verso una nuova era che, nonostante i tristi presagi, sarebbe forse stata meno cupa della fine di quella che l'aveva preceduta.


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