Komics Club Fantasy Game Newsletter -=-=-=-=-=-=- MARZO 2003 -=-=-=-=-=-=- INTRO La newsletter è ancora un po' scombussolata dalla situazione precaria di alcune liste, o per meglio dire di alcuni guardiani in fase di sostituzione. Mentre, comunque, riprende la pubblicazione delle origini di Anthuar, con un evento di cui è già staa fatta menzione nelle liste in varie occasioni, ne approfitto per fare un appello. Ho necessità di trovare qualcuno che sia disponibile ad assumere il ruolo di Guardiano della lista 1, che deve essere rivitalizzata. Per il momento la lista è praticamente vuota ed andrà riempita, perciò si tratterà quasi di un "partire da zero", che potrebbe anche non avvenire in tempi immediati. Ad ogni modo, qualunque giocatore con una certa esperienza di gioco, che possibilmente non abbia PG in più di una lista e che si senta in grado di assumere questo ruolo, può contattarmi privatamente al mio indirizzo e-mail, kccmt@libero.it, e proporre la sua candidatura. -=-=-=-=-=-=- Aggiornamenti Sito -=-=-=-=-=-=- Inserito nella sezione "Il Mondo", l'ordine cavalleresco templare di Tirgh, introdotto da Max Polani (presto nuovo guardiano della lista 7) -=-=-=-=-=-=- MAIL DEL MESE -=-=-=-=-=-=- Anche per questo mese, un pari merito. --- [KCFG3] 200 Lorenzo/Arlis 030203/01 Prima di lasciare la foresta di Vallenil Arlis aveva intenzione di fare un'ultima cosa per quegli elfi che di certo non erano stati molto fortunati. Riusciva a percepirlo debolmente ma sapeva che lì da qualche parte doveva esserci. Non aveva mai provato a contattare uno spirito di tale portata, ma lo sciamano non era scoraggiato: ultimamente stava facendo molta esperienza e ormai stava imparando a padroneggiare le sostanze di cui faceva uso in modo quasi perfetto. Si allontanò un poco dal gruppo senza dare nell'occhio e si preparò al rituale. [Arlis] "Che lo Spirito di Ogni Cosa e tutti gli Spiriti di Anthuar possano darmi la forza per purificare questa terra!" [Purificazione -1 PM] Una minima parte del rituale era conclusa, ora Arlis poteva percepire un'assenza pressochè completa di energia negativa. Quindi si sedette a terra, più o meno al centro della zona purificata, poggiò Cadwyn a terra e si preparò per la parte più complessa. Dopo circa mezzora di meditazione, Arlis cominciò a cantare. Era quel canto già udito in precedenza dai suoi compagni: una serie di lamenti che facevano quasi sembrare che l'uomo fosse sul punto di piangere. Poi tutto ad un tratto nell'aria le labbra di Arlis profusero un canto di senso compiuto che riempì tutta la martoriata foresta di Vallenil "Luce che danzi nei miei occhi Guida il cammino dello Spirito a me Riconducilo a me! Fa sì che non si perda nelle oscure vie Riconducilo a me!" Dopo averlo ripetuto tre volte si zittì nuovamente. Rimase in silenzio per qualche minuto ancora, si alzò, prese Cadwyn e, indicando il cielo con il suo bastone, innalzò il grido "Vieni a me" una decina di volte. Rimase fermo in quella posizione anche dopo aver terminato l'invocazione vocale agli spiriti. Poi si sedette nuovamente, si frugò nella tasca della sua sopravveste e tirò fuori una sorta di lunga pipa intagliata nel legno. Essa consisteva in una prima parte dove si appoggiavano le labbra e si inspirava, una seconda parte fatta da un tubo di legno che collegava il bocchino con la parte finale circolare. Dalla medesima tasca estrasse anche un piccolo sacchettino di tela, rovesciò parte del suo contenuto nella mano: era dell'erba di una qualche pianta. Prese a sminuzzare con le dita le piccole cime dell'erba, e quindi la mise nel bocchino della pipa. Arlis si alzò e andò a cercare dei rametti di legno, ne trovò un paio che facevano al caso suo, tornò a sedersi dove aveva lasciato Cadwyn e la pipa e quindi accese un fuoco. Mise la stessa sopra il fuoco e cominciò ad inspirare da essa il suo contenuto, per qualche secondo respirò il fumo esalato dal contenuto del sacco di tela poi soffiò fuori creando sopra di lui una cappa grigia di fumo. Ripetè l'operazione per un paio di volte poi finalmente cominciò a sentirsi barcollare un poco. Il suo spirito si elevò sopra il mondo materiale, allo sciamano parve quasi di vedere se stesso seduto nell'aria purificata dal precedente incantesimo. E di nuovo Arlis si ritrovò in una sorta di limbo, non riusciva a capire bene dove si trovasse ma gli era già capitato in precedenza quando aveva voluto evocare Lianalas. Tuttavia questa volte la figura che gli si parò davanti era un poco diversa, davanti ad uno spaurito Arlis infatti si stagliava l'enorme figura alta circa sei metri di un uomo albero. Esso pareva avere uno sguardo triste e sembrava stanco, come fosse appena uscito da grossi travagli. Lo sciamano capì. "Non ti resta altra scelta, affidati a me e avrai la benedizione degli Sciamani di Wea. E vedrai che Vallenil tornerà splendente come sempre" L'uomo albero rispose con un grugnito "Sai bene anche tu che è rischioso, disgregandoti potresti essere deviato e divenire uno spirito malvagio. Ciò è male ed è mio preciso dovere impedirlo" la voce di Arlis era imperiosa e sicura di sè anche di fronte a quella figura. "Mm... le tue intenzioni sono buone giovane sciamano.. mm.." l'uomo albero era ancora pensieroso "Se verrai con me potrai seguire il tuo popolo, e darmi il potere per poterlo aiutare. Pensaci, è una proposta allettante" Rimase in silenzio ancora qualche secondo, poi finalmente prese una decisione e la comunicò con la solita voce cavernosa che contraddistingueva ogni uomo albero: "Così sia. Elthevanu è il mio nome tra gli spiriti" Arlis poteva sentire la grandezza dello spirito, rappresentava un enorme foresta e lo sciamano sapeva che responsabilità era evocare uno spirito supremo. Tuttavia ormai la decisione era stata presa: "Arlis è il mio nome, e da ora in poi tu sarai uno dei miei spiriti" Elthevanu rispose con un altro grugnito, poi tutto prese di nuovo a vacillare ed Arlis si risvegliò nuovamente nella stessa posizione. Stanco ma soddisfatto di essere riuscito ad evocare lo spirito della foresta di Vallenil. [fine flashback] Aveva sempre seguito il gruppo senza parlare troppo e impegnato nell'osservare ciò che gli circondava. E anche ora, di fronte ad un'ennesima fredda accoglienza, rimase in silenzio nell'attesa che i diplomatici del gruppo facessero da portavoce. ----- [KCFG5] 202 Irene/Jarle 220203/01 Non aveva detto o fatto loro niente di niente, perché allora si erano tutti decisi a prendere posto al suo tavolo, senza neanche preoccuparsi di chiedere cosa ne pensava? Non era quella la 'prassi' solitamente usata fra gli umani? Non c'era da stupirsi quindi se li osservò uno ad uno con sospetto ed un certo fastidio, accentuato soprattutto dall'arrivo di Shardon... Il più giovane dei tre (che aveva già visto da qualche parte, pur non ricordando dove...) prese la parola: [Lantis] "Permettete che mi presenti: il mio nome è Lantis rajnee di Kydor...il motivo che mi spinge in questa città è a me ignoto, ma so che ha a che fare con lei e con il suo compagno...la spada mi ha portato fin da lei...e sono pronto a seguirla ovunque lei vada con o senza il suo consenso che lo voglia o no..." La drow fissò il suo interlocutore con impassibilità ed estrema freddezza, senza proferire parola. Al contrario di altri, a lei non interessava minimamente la pietra che il giovane aveva sulla fronte... poteva essere un mostro, un demone o persino una divinità.. il trattamento ricevuto sarebbe stato sempre lo stesso. [Tarlith] "Mi scusi per la mia irruenza, non volevo, ma sappia che se cerca una spada in più potrà contare sulla mia" La drow non rispose, o per meglio dire, non ebbe il tempo di farlo visto che fu anticipata dallo sciamano, ma rimase comunque a fissare dritto negli occhi il suo interlocutore, aspettando che il suo 'compagno' concludesse il suo intervento... Difficile dire cosa le stesse frullando nella testa.. lo stesso Kelar, ora accucciato vicino la sedia della ragazza la osservò con evidente apprensione.. qualunque cosa stesse pensando, non era niente di buono, lo avvertiva chiaramente... [Shardon] "Non abbiamo bisogno d'aiuto" rispose lo sciamano, anticipando Jarle... "La prego di rimanere qui in città, messere, abbiamo dei compiti da svolgere che non la riguardano..." Inaspettatamente la drow si mise a ridere.. una risata di scherno, sprezzante, indirizzata a Shardon: "Parla per te, mezzelfo. Non hai niente a che fare con me." Liquidato lo sciamano con quelle parole, Jarle si appoggiò al tavolo con i gomiti, sporgendosi in avanti verso Lantis, con fare intimidatorio e in un certo senso, provocatorio: "Così vorresti mettere la tua spada al mio servizio senza alcun tornaconto personale? Un gesto veramente altruistico, il tuo... ma non ti aspettare gratitudine o riconoscenza, per me non sei niente più che un oggetto utile per una missione piuttosto importante. Se sei ancora intenzionato a seguirmi, accomodati pure, finito il lavoro sarai libero di fare quel che ti pare... anche tentare di uccidermi, se vuoi. Sulla mia testa c'è una taglia che dovrebbe essere un pagamento sufficiente per il lavoro da svolgere." Con quelle parole si tirò indietro, appoggiandosi allo schienale della sedia, per poi rivolgere un'occhiata al tipo che si era seduto con Lantis: "E il tuo compare che dice?" domandò con fare sarcastico. Salì i gradini a due a due, diede un'occhiata ai numeri incisi sulle varie porte, finché non trovò la sua camera e sfiondarvisi dentro. Chiuse a chiave la porta e la finestra, lasciando uno spiraglio per far entrare un minimo di luce nella stanza e dopo aver trattenuto il respiro per qualche istante, buttò fuori l'aria, mettendosi a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza.. *Fantastico, davvero fantastico! Ho fatto proprio una bella figura!* Continuò ancora per qualche minuto, braccia incrociate sul petto, quindi si fermò di colpo e si mise a sedere sul letto. Non avrebbe mai pensato che viaggiare fosse così problematico... ogni giorno un problema, un imprevisto, un'incomprensione, qualcosa che mandava all'aria tutti i suoi piani. E com'era difficile fare nuove conoscenze! Da quando aveva lasciato le sue terre non aveva trovato una sola persona amica con cui confidarsi e quella costante solitudine cominciava a pesare seriamente. "Finirò per impazzire!" mormorò fra sé e stavolta la sua voce aveva qualcosa di diverso, niente stranezze dovute a quella continua raucedine... una voce chiara, limpida e.. femminile. Si alzò nuovamente, spinto da una certa inquietudine e andò a piazzarsi davanti uno specchio attaccato alla parete. Osservò attentamente la figura misteriosa che vedeva riflessa, senza riuscire a riconoscerla. Si tolse la sciarpa, lo scudo, i guanti ed anche il mantello, buttando il tutto sul letto, per poi tornare ad osservarsi allo specchio... adesso si riconosceva, quella era veramente LEI, una ragazza di diciannove anni, alta intorno al metro e 80, lunghi capelli biondi raccolti in una treccia, occhi verdi e fisico atletico (unica particolarità, un leggero gonfiore allo zigomo destro, dovuto con buone probabilità alla manata datale dal ciccione). Una che in ogni caso non aveva alcun motivo di nascondersi ('mostruosa' non era proprio un aggettivo adatto a lei), almeno apparentemente... Sguainò la spada bastarda che le pendeva dal fianco, Moonblade, e prese a vibrare colpi a vuoto, com'era solita fare quando era nervosa ed aveva bisogno di scaricarsi. I suoi pensieri però erano ancora rivolti ai tipi con cui si era 'scontrata' poco prima. Si rivide mentre accusava l'elfo, chiamando mascalzone, mentre gli puntava contro un'arma non sua e provò una profonda vergogna... che grave errore aveva commesso! Vibrò ancora qualche colpo, fendendo l'aria con tagli rapidi e precisi... doveva espiare le sue colpe e c'era un solo modo per farlo: mettere la sua spada al servizio dell'elfo (almeno per qualche tempo). Nobile decisione la sua, eppure non bastava per risolvere la questione. Che avrebbe dovuto fare se il suo segreto fosse stato scoperto? Come avrebbe reagito l'elfo? Del resto, non poteva neanche immaginare quale sarebbe stata la sua reazione di fronte alla proposta che gli avrebbe fatto. Così, rinfoderata l'arma, si diede un'ultima occhiata allo specchio, per poi rimettersi gli indumenti tolti. *Andrà tutto bene.* cercò di tranquillizzarsi.. *E poi c'è anche quella drow... non sarà molto socievole, ma almeno è una ragazza!* -=-=-=-=-=-=- INTERVISTA -=-=-=-=-=-=- La telefonata arriva nel cuore della notte. Neanche un "pronto?", solo "Beh, allora?" "Ma... allora cosa? Chi è?" "Allora l'intervista, i nomi degli attori per la lista 5, che ne facciamo?" "L'interlista... la vista... gli attori... che...???" "Carmelo!?! Sveglia!!! L'intervista per la newsletter del KCFG, è il turno della lista 5 di dire quali attori potrebbero interpretare i PG e i PNG della lista. Ce li hai questi nomi o no?" "Eh? Ah! Carmelo, ma sei tu? E me lo potevi dire subito! Sì, sì, ce li ho... cioé, no, a dire il vero ne ho solo due..." "Beh, sempre meglio di niente... su, su, muoviti a scriverli che la newsletter deve uscire oggi!!!" "Va bene, va bene, eccoli...!" Alessio/Shardon Ok, è abbastanza difficile, però ci provo. Per Shardon avrei pensato ad un Kevin Costner ringiovanito e adeguatamente truccato. Per Coril invece non ho proprio idea... forse Mark Dacascos (Mani, ne Il Patto dei Lupi) molto più pallido, coi i capelli tinti e le lenti a contatto, e rigorosamente senza barba! Irene/Kalyn Devo ammettere di averci messo un pò di tempo per scegliere. Non so perché ma finisco sempre per creare personaggi per cui è quasi impossibile trovare una controparte in carne ed ossa (o forse sono io che pretendo la luna?), cmq alla fine sono arrivata alla conclusione che per vestire i panni di Kalyn, la mia giovane tigre mannara, ci vorrebbe Giovanna Mezzogiorno; mentre per Jarle... Laura Morante (credo sia lei l'attrice che interpreta Giulia nel film Ricordati di me di Muccino) con qualche anno di meno ed una buona dose di trucco 'da drow', ovviamente ^_^ -=-=-=-=-=-=- L'Angolo del Bardo -=-=-=-=-=-=- *I Bardi sono soliti viaggiare di regno in regno portando storie e notizie raccolte qua e là. A volte informazioni utili, altre volte semplici storie, talvolta vere, talvolta false. Questo particolare bardo telematico vi porta le voci che arrivano dalle terre più distanti, ovvero quelle delle altre liste...* § Ora che la rissa sembra essersi placata allo Scarafaggio Muffito, continuano a succedersi strani eventi: un uomo senza volto si aggira indisturbato nel locale mentre un cavaliere viene a sfidare un guerriero e un monaco interrompe con strane urla le proprie meditazioni. § Il Tempio di Leha a Greystone è stato teatro di un attentato incendiario. Il tutto si è risolto senza altri danni che una sacerdotessa leggermente ustionata e i tentaggi del tempio irrimediabilmente rovinati. Ma nessuno aveva mai osato un attacco aperto al centro di potere della città. Sono ora aperte le ricerche del colpevole, identificato in un goblin che si è prontamente dato alla fuga. § Il mancato ritorno della missione guidata dal guerriero Calawin preoccupa gli abitanti di Greystone: si teme l'ira del drago Shipsa. § Non si hanno più notizie del gruppo di avventurieri guidati da Arwald Hannovan nella ricerca della Spada di Kron. Le ultime voci li davano all'accampamento dei barbari della Tribù del Gufo ma non si sa più niente di certo. Intanto nel tempio di Greystone la seconda sacerdotessa Airin Syrtis sta trascorrendo le sue giornate in preghiera per il ritorno del suo promesso sposo. § Sventura e malaugurio! La festa della Luna Rossa è trascorsa accompagnata da canti di dolore nell'accampamento della Tribù del Gufo: la sciamana Koa-a-pis non ha fatto ritorno, la compagnia partita in ricerca del ranger Kay Mhell sembra sparita come il ranger stesso e per la prima volta non è stato dato alla Luna Rossa il tributo di canti a lei dovuti, e si teme sventura per tutta la tribù. § Strane creature si aggirano nei boschi vicini ai Massicci Gemelli. C'è chi racconta di scorpioni giganti a spasso nelle foreste che si estendono fra vari piccoli feudi governati dalla nobiltà locale. § Dama Irlana Lanister e alcuni suoi cavalieri sono intervenuti in soccorso di una donna barbara e due stranieri che avevano ingaggiato una lotta contro uno di tali mostri. Lo scontro si è risolto positivamente ma si teme per la vita della guerriera barbara gravemente ferita. § Sembra che il giovane erede di Lanister: Ethan figlio di Loran si sia recato a parlamentare con gli anziani della Tribù del Gufo scortato da due cavalieri e un mind flyer. -=-=-=-=-=-=- Miti e Leggende del KCFG -=-=-=-=-=-=- La Prima Guerra dei Draghi Parallelamente ai Primi Popoli, anche i draghi avevano continuato a vivere nel mondo neonato, fungendo da guardiani e protettori delle altre creature. Questi mastodontici esseri, figli di una stessa madre divina, non avevano mai conosciuto la violenza e portavano avanti le loro pacifiche esistenze in armonia con il mondo e con coloro che lo abitavano. Ma la corruzione degli Eldarim insegnò anche ai draghi l'esistenza di sentimenti come l'odio, l'invidia e l'orgoglio. Allora i Dai-Mon parlarono ai draghi per spingerli a sviluppare queste nuove scoperte e ad abbandonare il loro ruolo di difensori del mondo neonato Tra tutti, i draghi nati da Iride si dimostrarono i più inclini a farsi trascinare da questi nuovi sentimenti. Essi per primi scoprirono che essendo figli degli dei quanto del mondo neonato, possedevano per nascita quella stessa magia che i Dai-Mon avevano insegnato ai Morak, e sotto la guida dei Dai-Mon stessi iniziarono a svilupparla al solo scopo di dare dimostrazione della loro forza e potenza. Quando i loro poteri furono sviluppati, i Dai-Mon dissero loro che non era giusto che delle creature così potenti dovessero servire ed aiutare esseri fragili come quelli che popolavano il resto del mondo neonato. Essi, dissero, non erano stati creati per servire ma per essere serviti. Così alcuni draghi, guidati dai rossi che erano i più grandi e forti tra loro, si recarono presso gli Or-ok e dissero loro che da quel momento in poi avrebbero dovuto servirli e portare loro cibo e tributi, e che se non lo avessero fatto sarebbero stati distrutti. Essi non osarono però minacciare gli Inoi e gli altri popoli che vivevano con essi, sapendo che godevano della protezione degli dei. Né avvicinarono i vari gruppi di Hig-ean, che nel frattempo erano a loro volta diventati delle creature molto potenti e che avrebbero potuto offrire una maggiore resistenza, a cui ancora non erano pronti. I draghi nati da Platino furono invece più cauti. Platino stesso, che ancora viveva tra loro, li convinse a diffidare delle proposte e delle promesse dei Dai-Mon, e ad affidarsi agli dei per avere consiglio. E gli dei dissero loro che avrebbero dovuto sfruttare il loro potere in favore del mondo neonato e non per impressionare i popoli che lo abitavano. Così essi iniziarono ad imparare come usare il loro potere per incanalare il potere divino che veniva loro dagli dei, ma nonostante questo l'orgoglio si fece strada nei loro cuori, e più essi diventavano potenti più desideravano diventarlo per dimostrare agli altri draghi che la loro era la giusta via da seguire. Ancora una volta Platino parlò loro e li ammonì, facendo loro giurare che non avrebbero mai usato il loro potere contro altre creature se non per difendersi. I draghi così giurarono, ma molti tra essi non furono contenti del giuramento. Più di altri, i dorati e gli argentati ritenevano che fosse loro dovere impedire agli altri draghi di diventare troppo potenti. Essi tuttavia non vollero infrangere il giuramento che avevano prestato, ma iniziarono a stringere patti di amicizia con gli Hig-ean, sapendo che prima o poi gli altri draghi li avrebbero minacciati, e in questo modo avrebbero dato loro la possibilità di intervenire senza venire meno al loro voto. I draghi nati da Diamante rifiutarono di ascoltare i Dai-Mon quando questi si presentarono loro. Essi sapevano quale fosse il loro ruolo nel mondo neonato e desideravano preservarlo. Né l'avidità dei figli di Iride né l'orgoglio dei figli di Platino li tentavano. Già da tempo, inoltre, essi avevano iniziato a comprendere il potere che era loro per diritto di nascita, ma lo avevano plasmato in una nuova forma che era diversa da tutto ciò che era esistito prima di allora. Contrariamente agli altri draghi, però, essi avevano scelto di tenere per sé le loro capacità anziché mostrarle agli altri come dimostrazione della loro forza. Essi continuarono a vivere in pace con il mondo, osservando ciò che gli altri draghi facevano, senza mai intervenire. I figli di Notte, che da sempre vivevano ai margini del mondo, non vennero neppure contattati dai Dai-Mon, e continuarono a vivere nel loro spontaneo isolamento. Con il passare del tempo, i figli di Iride, che i Primi Popoli avevano iniziato a chiamare Draghi Cromatici, divennero sempre più audaci ed iniziarono a minacciare anche altri popoli. Non attaccarono mai gli Hig-ean, facendosi così beffe dei figli di Platino, ormai noti come Metallici, e del loro giuramento che impediva loro di intervenire. Imposero però il loro dominio a vari gruppi di Inoi, Eldarim, Morak e loro discendenti, chiedendo loro servigi, doni e tributi per non essere distrutti. Inizialmente nessuno degli dei intervenne, ma quando un villaggio tentò di insorgere contro i cromatici e venne distrutto, Alia decise di scendere nel mondo per fermare questi scontri, e scoprì con orrore qualcosa che nessun dio, tranne Tar, aveva sospettato: la sua sola presenza al cospetto delle nuove razze era peggiore della distruzione portata dai draghi. Esse non avevano in sé la stessa parte divina che aveva permesso ad Eldarim, Inoi e Morak di comunicare apertamente con gli dei. La presenza stessa di un dio tra di loro era in grado di ucciderli o farli impazzire sul colpo con l'esposizione al suo potere divino. L'unico modo in cui Alia avrebbe potuto scendere tra loro sarebbe stato quello di incarnarsi nella materia, ma in questo modo si sarebbe resa inerme e vulnerabile di fronte ai draghi, che quindi non l'avrebbero temuta né ascoltata. Così Alia fu costretta a tornare nel Nulla ed a riferire agli altri dei quanto aveva scoperto. Nel frattempo, i popoli minacciati dai draghi cromatici decisero che avrebbero chiesto aiuto agli altri draghi, ma quando parlarono con i Metallici essi, vincolati dal loro giuramento, dissero di non poterli aiutare, e quando alcuni di essi tentarono di parlare con i figli di Notte non vennero neppure ascoltati. Ma quelli tra loro che parlarono con i figli di Diamante perorando la loro causa, riuscirono a convincere questi draghi che avrebbero dovuto usare i loro poteri per proteggerli dai Cromatici e così fu. I draghi delle Gemme, come erano stati ribattezzati, offrirono rifugio presso di loro ai popoli vessati dai Cromatici, certi che questi non li avrebbero attaccati. Ma i draghi di cristallo, i più grandi e potenti tra essi, ritennero che questo non fosse sufficiente. Così essi si recarono presso un villaggio che era stato asservito ai draghi rossi e li scacciarono, liberandolo e dimostrando così la loro superiorità. Fu proprio quest'ultima cosa a scatenare l'odio dei rossi nei loro confronti. Loro erano i più potenti tra i draghi e non potevano accettare di essere improvvisamente relegati al secondo posto. C'era un solo modo perché i rossi potessero dimostrare la loro supremazia. I draghi di cristallo dovevano essere distrutti. Così i rossi finsero di accettare la sconfitta e si ritirarono nelle loro tane, ma per anni affinarono in segreto le loro forze e strinsero patti con gli altri cromatici preparandosi a sferrare un massiccio attacco che avrebbe dovuto porre fine ai draghi di cristallo in una sola notte. Ma i Dai-Mon seppero di quanto stava accadendo e decisero che questo per loro non era sufficiente. Così, mentre spingevano i cromatici ad attendere e diventare sempre più forti prima di attaccare, alcuni di essi si finsero draghi delle gemme ed avvisarono i draghi di cristallo di ciò che stava per accadere. Quando infine i draghi rossi ed i loro alleati attaccarono, scoprirono che il loro attacco non era inaspettato. Contemporaneamente, i Dai-Mon attaccarono i draghi Metallici fingendosi draghi rossi, per trascinare anche loro nello scontro. Ebbe così inizio la prima guerra dei draghi, che si trascinò per anni senza che nessuna delle parti riuscisse ad avere la meglio sulle altre. La ragioni per cui la guerra era iniziata vennero presto dimenticate, ogni gruppo di draghi finì con il combattere tutti gli altri, e talvolta perfino all'interno dei gruppi stessi nascevano scontri e battaglie. Solo i figli di Notte rifiutarono di farsi coinvolgere e si tennero fuori dalla guerra. Lo scontro devastò il mondo neonato, e prima ancora che fosse finito distrusse tutto ciò che su di esso era stato costruito. Con l'aiuto dei Dai-Mon, i draghi Rossi riuscirono infine a raggiungere il loro obiettivo, la distruzione dei draghi di Cristallo. Ma quando l'ultimo di essi fu stato distrutto, gli altri draghi si guardarono intorno e scoprirono che la loro guerra aveva portato morte e distruzione ovunque, e che dei Primi Popoli nessuno era sopravvissuto. E i Dai-Mon ne gioirono.