PnG: CALADBOLG ------------------------- Razza: N/A (spada non senziente) Descrizione: Caladbolg è straordinariamente leggera per la sua considerevole lunghezza, quasi fosse fatta di legno cavo anzichè di ossidiana, e questa caratteristica, unitamente al suo eccezionale bilanciamento ed alla sua terribile affilatezza, è un risultato degli incantesimi che vennero lanciati sulla spada. La lama è nera e traslucida, quasi come vetro, e l'argento purissimo avvolto intorno all'elsa ha la funzione di renderla più facilmente brandibile, adattandosi alla mano che la impugna meglio della dura ossidiana. Nonostante il materiale abbastanza particolare in cui è scolpita, la spada ha una durezza e nel contempo una elasticità incredibili, superiori a quelle dell'acciaio temprato. Caladbolg ha un filo incredibile, che non perde mai, ed è in grado di tagliare in due un capello, in una vasca piena d'acqua... nel senso della lunghezza. La spada ha una resistenza ottima, e la sua lama di vetro vulcanico può spezzare in due senza difficoltà un pesante brando di ferro, come è in grado di penetrare qualsiasi armatura, comprese quelle magiche, a causa della sua natura incantata. Storia: Caladbolg era stata forgiata da una popolazione tribale elfica che abitava i territori in cui ora sono stanziate le tribù Ulaid che adottarono Delbaeth, e che vengono chiamate Keltòi dagli stranieri del sud. La spada era uno dei Quattro Talismani degli elfi; forgiata in una settimana di lavoro incessante dai suoi migliori fabbri, maghi ed artigiani, e permeata di magia grazie al talento dei maghi Ulaid. Nessuno conobbe veramente il processo con cui venne fabbricata, ad eccezione dei suoi creatori, che morirono quasi tutti, però, non appena la lavorazione della spada venne a compimento. Lo scopo di Caladbolg era principalmente quello di essere usata nelle guerre combattute dapprima dagli elfi e poi, negli stessi luoghi, dagli uomini, contro i Draghi. Nella lama è stata infusa una eccezionale potenza, che raggiunge il suo devastante apice contro quella razza. Morna fu uno dei primi umani ad usarla; gli fu consegnata dall'ultimo re elfico, ossia Nuada dalla Mano d'Argento. La spada provocò l'estinzione di molti clan di draghi del nord, e causò un'ecatombe anche tra quelli più forti. Nessun drago, in genere, può nemmeno guardarla senza diventare folle di odio. La sua lama, quando chi la brandisce è adirato, divampa di un magico fuoco oscuro, che conferisce potenza distruttiva agli attacchi e fa esplodere qualsiasi cosa incontri, acciecando inoltre irreversibilmente chi la fissi troppo a lungo in queste condizioni. Purtroppo, la spada, temprata con il sangue dei suoi costruttori, stabilisce con chi la usa un legame empatico e fisico terribile. Giunge, nei soggetti meno forti, a condizionare completamente la mente dei malcapitati, e anche in quelli dotati di maggiore volontà instilla un feroce odio verso tutti ed un desiderio insaziabile di sangue. Nelle fasi più avanzate, Caladbolg procura persino insopportabile dolore fisico ai suoi possessori nel caso in cui se ne separino anche per poche decine di minuti. Con il tempo, Caladbolg può succhiare l'energia vitale dei suoi portatori più deboli, fino ad ucciderli o lasciarli ridotti a larve umane. Per essere unito alla spada, un guerriero deve passare attraverso complessi rituali e magie che la rendono parte di lui. Chiunque la brandisca senza esserne il padrone viene investito da enormi scariche di energia pura, che gli ustionano le mani e rischiano di bruciarlo vivo.