PG 622: Nalèth lo "Scambiato" ------------------------------------- Razza: Umano Classe: Guerriero Età: 29 Allineamento: Caotico Forza: Buona Agilità: Ottima Intelligenza: Nella norma Magia: 4 PM Combattimento: Ottimo in corpo a corpo, buono con armi da tiro, se la cava a mani nude. Cavalcare: Buono Nuotare: Non annega Lingue: Comune, Elfico. Descrizione: Alto all'incirca 180 cm, dal fisico esile e slanciato. Le sue continue disavventure lo hanno temprato e gli hanno lasciato una cicatrice sul petto che parte da subito sotto la spalle e attraversa il petto diagonalmente fino allo sterno. Ha i capelli castani e due occhi color ambra. Veste con un comodo corpetto di cuoio completamente tinto di nero, un paio di pantaloni blu scuro, ai piedi porta un paio di stivali in pelle. Sulle spalle ha sempre un mantello nero senza cappuccio. Dotazione: La sua spada. Essa è una maneggevole spada a lama lunga, il metallo con cui è stata forgiata non ha nulla di particolare. Tuttavia gli è stata regalata da un'elfa, unica persona che lui abbia mai amato veramente. Ella le ha dato un nome "Hyanda en'Nwalma" (Lama di Tristezza) e l'ha incantata magicamente. Nalèth ci è molto legato, anche se è una spada come le altre per lui significa molto. Personalità: Disilluso dalla vita e cinico. A prima vista appare antipatico per i suoi modi scorbutici, ma l'antipatia è data unicamente dal fatto che Nalèth ha imparato a non fidarsi di nessuno prima di conoscerlo veramente bene. Sa essere spietato e a volte lo è fin troppo, odia fortemente ogni tipo di regola, consuetudine o costrizione. A volte il suo cinismo lo porta ad atteggiamenti egoistici. Non ama avere padroni e non crede nella sorte, pensa che l'unico signore della sua anima e della sua sorte sia lui stesso. A poche persone Nalèth dona particolare fiducia e con esse sa essere capace di grandi gesti d'amicizia, tuttavia la sua serie di sfortuna lo hanno fatto incattivire e lo hanno portato ad avere una naturale sfiducia verso la vita. Storia: Nasce nella foresta elfica dell'Eesinot di nome Forsendi. La foresta è sede di un "regno" omonimo abitato da elfi. Essi sono una comunità di elfi che vivono tra i boschi, si riuniscono in famiglie e Forsendi non ha vere e proprie città. Hanno tuttavia un re e una regina, chiamati rispettivamente Re e Regina della Selva. Essi vivono in una casa costruita interamente su di un albero, mentre il resto degli elfi preferisce vivere a terra sotto i grandissimi alberi della foresta. Fu trovato dalla Regina Alianda abbandonato ai margini della foresta, ella si affezionò a quel bimbo umano e lo portò con se fino al Palazzo. Lì anche Re Thral si impietosì del bambino e decisero di allevarlo insieme a loro figlia Selenaldë. Gli diedero il nome Nalèth, proseguendo negli anni Nalèth crebbe e divenne uno splendido ragazzo, nel frattempo però anche sua "sorella" Selenaldë aveva raggiunto la maturità ed era divenuta una splendida fanciulla elfica. Dai capelli argentati, il fisico esile e slanciato e due splendidi occhi blu. Nel suo cuore maturò amore verso Selenaldë ma purtroppo Nalèth non aveva il coraggio di rendere conto al Re Thral del suo amore. Nalèth allora cominciò ad addestrarsi nell'uso delle armi per cercare di dimenticare l'amore per Selenaldë, passò due anni a tirare di spada e con l'arco insieme all'elfo che divenne il suo migliore amico: Lathelin. Tuttavia il fato, anche se Nalèth non lo ammetterebbe mai, volle che anche Lathelin s'innamorasse di Selenaldë. L'amico confidò i sentimenti a Nalèth che in cuor suo soffrì molto poichè anche lui amava la ragazza e da molti anni. Non disse però nulla all'amico e soffrì in silenzio. Lathelin era nella posizione di poter richiedere la mano della fanciulla dato che era figlio di una delle più importanti famiglie del regno-foresta. Il re fu felice della richiesta e concesse all'elfo di sposare Selenaldë. Dopo la notizia delle prossime nozze Nalèth si intristì e gradualmente si allontanò dall'amico cominciando a provare invidia e odio verso di lui. Il giorno prima delle nozze fattosi coraggio Nalèth si dichiarò a Selenaldë, ella però gli disse che lo considerava come un fratello e che il suo cuore era di Lathelin. Nalèth non ebbe la forza di controbattere e se ne andò da Palazzo andando ad abitare da solo a molti chilometri di distanza. Selenaldë e Lathian si sposarono il primo giorno del mese di Silinar dell'anno 1456 della Quarta Era. Nalèth non presenziò alla cerimonia chiuso nella sua tristezza, Selenaldë però il giorno dopo si presentò alla sua porta e gli donò una spada. La Hyanda en'Nwalma. Tale spada era stata forgiata dalla stessa Selenaldë e voleva essere la prova dell'affetto che lei provava per il fratello adottivo. Nalèth accettò il regalo, anche se questo lo incupì ancora di più perchè gli fece capire che non avrebbe mai potuto avere il cuore di Selenaldë. Quattro giorni dopo però Nalèth decise di tornare a Palazzo, era intenzionato a richiedere al Re di entrare a far parte dei Guardaboschi, un corpo di guerrieri e arcieri che vigilava i confini del regno. A Palazzo si ritrovò a passare dalla stanza di Selenaldë, udì la sua voce implorare aiuto. Nalèth sguainò la sua spada ed entrò e osservò la scena che gli avrebbe cambiato la vita. Lathelin stava cercando di abusare della fanciulla elfica che aveva ormai i vestiti strappati. Nalèth impallidì e preso dalla rabbia trafisse l'amico con la stessa spada che Selenaldë gli aveva regalato. Resosi conto del suo gesto Nalèth scoppiò in lacrime, non poteva rimanere a Forsendi nessuno gli avrebbe creduto. Nessuno avrebbe creduto alle parole di Nalèth lo Scambiato, l'umano allevato tra gli elfi. Confuso fuggì senza neanche voltarsi e salutare la sua amata. Corse per giorni e giorni con ancora il sangue fresco dell'amico che imbrattava la sua lama. Visse qualche mese di caccia e fuggendo il più lontano possibile dalla foresta fino a quando, tre mesi dopo la sua fuga, incontrò un gruppo di banditi chiamato Croce della Sventura. Essi tentarono di derubarli, Nalèth però ne uccise uno e il capo dei banditi decise che l'uomo era sufficientemente forte da poterli aiutare. Nalèth non sapendo cosa fare accettò, disse di chiamarsi Calawin e non accennò a nulla del suo passato. Pochi mesi dopo il capo morì in un depredamento di un villaggio, Nalèth che nel frattempo si era distinto per abilità fu acclamato nuovo capo. Titolo che accettò. Attualmente Calawin, cioè il nome fittizio di Nalèth, è capo della Croce della Sventura. Incantesimi: Nessuno Note: Nessuna GIOCATORE * Lorenzo Bonaffini * Età: 16 * Città: Como * E-mail: rebaf@libero.it