PG 612: KAY MHELL ------------------------- Razza: Umano maschio Classe: Ranger Allineamento: Neutrale Età: 23 Forza: Buona Agilità: Eccellente Intelligenza: Buona Magia: 4 PM Combattimento: Armi da corpo a corpo: buono Arco e armi da lancio: eccellente Mani nude: ottimo Cavalcare: Medio Nuotare: Ottimo Lingue: Comune e elfico Descrizione: È un ragazzo alto all'incirca 1,80 m, di aspetto piacevole con una robusta e solida corporatura. Non è però tozzo e quindi è nell'insieme una figura dinamica. Porta i biondi capelli lunghi legati dietro la schiena che spesso, però, non si notano per la tendenza, data anche dalla necessità di mimetizzarsi, ad indossare o il cappuccio della maglia o un copricapo. Gli occhi blu sono vispi, espressivi, e sempre molto attenti. Si veste con i colori della foresta in cui vive, anche se nelle stagioni fredde indossa la pelle di un vecchio orso bruno che trovò una volta morto per un sentiero, ed appena è abbastanza caldo è piu' facile vederlo coperto di terra con indosso solo un perizoma e un corpetto di cuoio. Ha diverse cicatrici addosso, ma il viso non segnato. Spicca il segno di una bruciatura a forma di due anelli che si intersecano sul pettorale sinistro Dotazione: Ha sempre con sé un pugnale, diversi dardi di legno e una pietra focaia, tutti inseriti in una cintura indossata intorno al torso trasversalmente. A casa ha archi di diverse misure, una katana ricevuta in regalo da un viandante in punto di morte, una manciata di coltelli da lancio, della corda, un'ascia, altre pietre focaie, una borraccia e diversi libri e cianfrusaglie trovate qua e là nel bosco. Personalità: Ha un carattere calmo, ama la foresta, la sua tranquillità e armonia. Pur trovandosi a suo agio nella solitudine non disdegna la compagnia ed è tendenzialmente gentile ed affabile con tutti. Di spiccata sensibilità, non considera la violenza come unico mezzo per risolvere i problemi, ma non si tira indietro se la necessità lo impone. Rispetta la vita, ma è convinto che uno se la debba meritare, e se deve uccidere per mangiare non dimentica mai di onorare la sua vittima. Odia le ingiustizie e le prepotenze, contro le quali, se ne viene a contatto, non esita a combattere, in qualunque forma esse si presentino. Per lui, l'unica legge buona è quella del buon senso, non necessariamente quella scritta. Sicuro di sé, ma aperto alle idee altrui, non fa mai niente senza prima valutare tutte le possibilità e mettere tutto in dubbio. Non si fida facilmente, ma quando lo fa diventa per lui un legame indissolubile. Allo stesso modo ama e odia. Storia: È cresciuto ai bordi della foresta con il padre, cacciatore, e la madre. Dal padre imparò l'arte della caccia, della sopravvivenza, nonché la fierezza e l'odio per le ingiustizie. La madre, invece, era stata una novizia per il sacerdozio alla dea Silvana, ma innamoratasi aveva rinunciato. Da lei Kay venne istruito e insieme ai precetti della dea Silvana, imparò a leggere e scrivere il comune e a parlare l'elfico. Difatti, durante il suo apprendistato lei fece amicizia con un elfo, anche lui novizio, con il quale rimase in contatto anche dopo. Ogni tanto, infatti, passava a trovarli, tanto che per Kay divenne uno zio adottivo. Quando compì 16 anni, i genitori permisero a Kay di seguirlo ogni tanto nei suoi viaggi. Entrò così in contatto con la città, ma cosa più importante, conobbe quello che poi sarebbe diventato il suo migliore amico, un elfo sacerdote guerriero di Daimat nonché nipote dello "zio". A 20 anni, a seguito dell'espansione del villaggio in cui viveva data dalla scoperta di una vena d'oro, decise che si sarebbe addentrato di più nella foresta. I suoi genitori, avendo appena generato un'altra figlia, decisero di non seguirlo e gli diedero la loro benedizione. Si costruì quindi una capanna su un vecchio e alto albero, nei pressi di uno dei fiumi minori, alle pendici delle colline. La zona non troppo frequentata da carovane, anche se, eventualmente, qualche incontro avviene, specialmente con viandanti che si perdono e che lui aiuta a rimettersi in strada. Ogni tanto torna a casa scendendo lungo il fiume e lì baratta gli oggetti trovati e quelli ricevuti in dono come ringraziamento. I soldi che non gli servono per beni e oggetti li dà alla famiglia. Instaura anche un rapporto di "rispetto" e "amicizia" con il capo anziano di un branco di lupi, il cui nome tradotto e' "testa di pietra". Incantesimi: Nessuno Note: Non è un vero religioso, ma si ispira e rispetta soprattutto Daimat e Silvana. GIOCATORE * Miguel * Età: 24 * Città: Pianbosco (Va) * E-mail: helcaim@tin.it